Territorio

A Motta Camastra in provincia di Messina, nasce il primo ristorante diffuso della Sicilia

Motta Camastra, in provincia di Messina, è un delizioso paesino arroccato in una valle che si affaccia sulle Gole del fiume Alcantara. Da lontano sembra una rondine incastrata tra le rocce. E’ famoso per essere stato uno dei set cinematografici de “Il Padrino”. Nel piccolo borgo, abitato da appena 600 persone, ha chiuso l’ultimo ristorante esistente. Un territorio che potrebbe essere floridissimo ma dove il lavoro non c’è, soprattutto per le donne, dove le uniche vie d’uscita sembra siano la rassegnazione o la fuga. Ma nel paesino di Motta c’è chi decide di rimanere per dargli una chance e si adopera per non farlo morire. Si inventa qualcosa che, alla fine, viene piuttosto naturale fare : accogliere e condividere. Le donne, trovano il modo di ravvivare e rendere ospitale il piccolo borgo attivandosi per soddisfare comunque i palati dei turisti, offrendo loro anche l’opportunità di vivere un’esperienza di condivisione. Ma soprattutto hanno creato occupazione.

Motta Camastra – Foto di Giusparta – Stock.adobe.com

La cucina diffusa e la rivalutazione del territorio

Il concetto di cucina diffusa in Sicilia ha preso piede nel 2016, anno in cui la signora Mariangela,  residente di Motta Camastra, viene a conoscenza attraverso internet, dell’idea messa in atto a Tricase, in provincia di Lecce, dall’associazione “Game”, e decide di entrare a far parte del progetto.  L’idea consiste nel creare e proporre  un pasto itinerante, divertente ed originalissimo. Saranno le mamme ad organizzarlo perché come si suol dire “Come cucina la mamma non cucina nessuno”. Quindi la Signora Mariangela organizza un gruppo al femminile, ma c’è anche un uomo tra loro, un mammo. Coinvolge le donne del paese, crea il percorso diviso per stazioni dove allestire e servire le varie portate di un pasto completo, in cui territorio e cucina casalinga raccontano la Sicilia nella sua semplicità e naturalezza. All’inizio è una prova generale quasi divertente; l’esperimento crea curiosità e funziona nel richiamare non solo turisti ma anche persone del luogo, alla ricerca della genuinità e della convivialità che solo una cena in famiglia può dare. 

Un’esperienza unica in Sicilia creata da “Le mamme del borgo”

L’antipasto davanti al portone di casa di mamma Raffaella. I “maccaruni” con sugo di melanzane davanti a casa di Mimma. Le polpette avvolte nelle foglie di limone, la carne al forno, il “pane di casa” e i dolci tradizionali della cucina “mutticiana” in un piazzale.

“Le mamme del borgo” sono una dozzina di signore “mutticiane” che hanno messo a frutto l’esperienza già sperimentata durante “La festa della Noce” molto sentita a Motta. Nel corso di tale festa, oltre agli stand dove vengono venduti i migliori frutti delle campagne locali o prodotti di artigianato prezioso, le mamme cucinano i piatti tipici per farli gustare ai turisti direttamente sulla porta di casa, nelle cantine, nei vicoli. A pranzo o a cena, in giorni stabiliti.

Si cimenta, inizialmente esclusivamente per divertimento e curiosità, in questa avventura che funziona, che attrae turisti ma anche persone del luogo, alla ricerca della genuinità e socialità che solo una cena in famiglia può offrire. Vengono proposti solo prodotti locali, piatti cucinati sul momento e ricette tutte siciliane da gustare insieme come se si fosse una grande famiglia.Quindi ricotta infornata calda ed ottimo caciocavallo e pecorino. Peperoni al forno e melanzane ripiene. Maccheroni fatti in casa. Polpette con foglie di limone e castrato accompagnati da insalata di pomodori e cipolla. Frittelle con ripieno di ricotta e ricoperte di zucchero. Tutto rigorosamente a chilometro zero. Il vino rosso di campagna. 
Vietata la plastica, perché il rispetto per l’ambiente è una priorità.

Ricadute sociali ed economiche del progetto

L’aspetto bello e unico di questa esperienza è quello che ci si sposta da un tavolo all’altro, da una casa all’altra, da un angolo del borgo all’altro a seconda delle portate, sempre ottime e abbondanti. La breve passeggiata, sempre molto gradita, anche per smaltire, è accompagnata da ragazze del posto con seguito di bambini giocosi.

Ma il tratto più coinvolgente è soprattutto quello della socializzazione. Si chiacchiera e si fa amicizia con le mamme e con gli altri commensali, tra cui molti stranieri. Nel frattempo si scoprono angoli del borgo, bellissimi e poetici, con viste impagabili sulla Valle dell’Alcantara e sull’Etna. Qui si vive fino in fondo l’atmosfera genuina di un luogo che non ha perso il legame con la terra e le tradizioni. E questa iniziativa serve a consolidarle. Il progetto di cucina diffusa di Motta Camastra vuole infatti andare oltre il cibo. L’obiettivo delle mamme punta soprattutto alla rivalutazione del territorio e a far si che non si spopoli.

“Siamo meno di seicento abitanti con il rischio che tanti se ne vadano – racconta la signora Mariangela che organizza il gruppo delle mamme – con la nostra iniziativa facciamo vivere il borgo, anche fuori dalla stagione estiva. I prodotti che utilizziamo sono tutti locali e diamo un po’ di lavoro a contadini e allevatori”.

Organizzazione

L’organizzazione è abbastanza complessa, per cui questa forma di cucina diffusa si mette in moto solo in determinate giornate. Per conoscere le date, i visitatori delle Gole dell’Alcantara  troveranno volantini all’ingresso della scala comunale, distribuite dalle stesse mamme o dalle ragazze. D’estate troveranno i materiali informativi sulla bancarella di un artigiano all’ingresso delle Gole. Ancora avvisi e date sulla pagina facebook delle “Mamme del Borgo”. E’ pertanto necessario effettuare in tempo le prenotazioni. Per l’anno corrente, 2020, le restrizioni dettate dalla pandemia, hanno ridotto al massimo le stazioni del progetto. Ma, per il 2021, le mamme sono fiduciose e pronte a ripartire con più postazioni, continuando a mettere a servizio di questo progetto tutta la loro passione e dedizione. Un’idea che fa conoscere, concludendo solitamente la giornata al parco fluviale dell’Alcantara, la natura, i prodotti e il territorio, su cui fa leva Mariangela nel precisare che, in questa modalità di cucina diffusa, – “le materie prime vengono dalle nostre campagne ed è tutto essiccato, preparato e cucinato in casa”.

Riconoscimenti

Persino “Slow Food” si è accorto dell’importanza di tale iniziativa ed esperienza e ha invitato “Le mamme del borgo” al Salone del Gusto di Torino. Oltre agli aspetti gastronomici, è ammirevole lo spirito d’iniziativa e intraprendenza di queste mamme. Un’ occasione da non perdere per chi progetta di trascorrere una vacanza in Sicilia o per gli stessi siciliani dei dintorni.

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