Territorio

Ustica, l’isola dal carattere ribelle e selvaggio: meta ideale per vacanze tra natura, storia e mito

Ustica, in una posizione particolare nel Tirreno, a una settantina di chilometri a nord ovest di Palermo, è un’isola speciale, fuori dai consueti percorsi turistici perché si distingue dai canoni soliti della vacanza comoda. Selvaggia, naturale, con una forte personalità ribelle, fa di questo suo carattere il punto di forza. Persino il Covid l’ha risparmiata quasi completamente!

Ustica – Foto di IzzetNoyan – Stock.adobe.com

Solo un centro abitato che conta circa 1300 usticesi, su una superficie di 8,65 chilometri quadrati, si arrampica su quella strada in salita che inizia dal porto e gira tutt’intorno al perimetro dell’isola. Alle due estremità dell’isola si ergono due fari che “tengono d’occhio” la Rocca della Falconiera, fortezza di origine borbonica e la contrada Spalmatore.

Come altre sorelle di origine vulcanica viene chiamata “perla nera” del Mediterraneo per le sue coste nere e frastagliate. Il suo territorio comprende l’isola e i numerosi scogli intorno ad essa tra cui gli scogli del Medico e della Colombara. Il fascino indiscusso dell’isola è dato dalla presenza di incantevoli grotte che si aprono lungo le sue coste selvagge. Tra queste la grotta Verde, grotta Azzurra, grotta della Pastizza, grotta dell’Oro e grotta delle Colonne. Tra le calette cala Santoro, Cala Sidoti e l’Acquario, tre piccole calette con ciottoli dalle dimensioni variabili ma facilmente accessibili.

Per il resto, per fare il bagno nell’isola e fare un tuffo nelle sue acque cristalline, è quasi sempre necessaria una scarpinata, più o meno impegnativa, adatta a temerari camminatori. L’isola è paradiso per i subacquei. Proprio qui è nata la prima Area Marina Protetta d’Italia, nel 1986 e negli anni successivi è stata istituita anche una Riserva Terrestre

Ustica oltre alle bellezze naturali vanta una storia apprezzabile in un villaggio preistorico (della Media Età del Bronzo) conservato in modo sorprendente con Tombe ipogee. Gli antichi romani la chiamavano Ustica (da ustum, “bruciato”), mentre i Greci la definivano  Osteodes,  “ossario” per i resti di mercenari che vi sarebbero morti per fame e sete. Alcuni storiografi vi hanno collocato l’isola Eèa, la dimora della maga Circe, citata da Omero, che trasformava i visitatori in maiali.

Ustica al tempo dei Borboni fu anche un luogo scelto per prigionieri politici e vi restò anche sotto casa Savoia. Anche durante il regime fascista, Ustica fu luogo di confino. In questo paradiso sperduto trascorse 34 giorni, tra il 1926 e il 1927, Gramsci che, in una delle sue lettere così descrive la bellezza dell’isola:- «Paesaggi amenissimi e visioni di marine, di albe e di tramonti meravigliosi». Nel 1961 il confino fu abolito a causa di proteste popolari e da allora incominciò a svilupparsi il turismo.

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