Arte

A Messina, in Piazza del Duomo, Orione svetta su “la più bella fontana del Cinquecento europeo”

In Piazza del Duomo, a Messina, si mostra in tutta la sua magnificenza, la Fontana di Orione,  “la più bella fontana del Cinquecento europeo”, come l’ha definita lo storico d’arte Bernard Berenson. E’ un’opera monumentale, realizzata, nel 1553, da  Montorsoli, allievo di Michelangelo, con Domenico Vanello. La costruzione di questa imponente opera è stata commissionata dal Senato messinese, per celebrare la realizzazione del primo acquedotto cittadino.

Messina, Fontana di Orione – Foto di Kirk Fisher – Shutterstock

Per la realizzazione della monumentale fontana, Montorsoli ordinò marmi da Carrara che affidò anche alle mani di sapienti scultori del posto. Fu deciso che la fontana dovesse rappresentare, in tutta la sua imponenza il mitico Orione che, secondo la leggenda, sarebbe stato il fondatore della città di Messina. Si narra in una versione che Orione, il gigante dalla triplice paternità (Giove, Nettuno e Mercurio), avesse aiutato il re di Zancle (antico nome di Messina), a costruire il porto della città.

Messina, fontana di Orione – Foto di Romas_Photo – Shutterstock

Altrove si dice che Orione avesse fatto arrivare quantità enormi di sabbia per sbarrare la furia delle onde che si abbattevano sulla costa della città, creando quel promontorio che oggi è Capo Peloro. E lì avrebbe dedicato un tempio al Padre Nettuno.

La Fontana di Orione ha per base una grande vasca dodecagonale circondata da otto figure di animali marini in pietra scura e, sul bordo della grande vasca, sdraiate su un fianco, 4 statue. Queste raffigurano 4 fiumi, il Nilo, il Tevere, l’ Ebro e il Camaro che, in effetti, è il torrente che scorre nel territorio e da cui proviene l’acqua che alimenta la fontana.

Messina, fontana di Orione – Foto di Szymon Mucha – Shutterstock

Al centro della vasca che funge da base si alza un blocco dove quattro tritoni in ginocchio sostengono una seconda vasca circolare molto decorata. Da qui, quattro Naiadi sostengono un’ulteriore struttura, un piatto circolare dove un gruppo di putti, a cavallo di delfini, dalle cui bocche esce acqua che si riversa nella tazza sottostante, reggono una sfera sulla quale s’innalza Orione che sorregge lo scudo con lo stemma della città. Ai suoi piedi, il fedele cane Sirio.

Il Senato messinese apprezzò così tanto quest’opera che decise di affidare allo stesso scultore la realizzazione della fontana di Nettuno che, dopo spostamenti vari, oggi si trova in piazza Unità d’Italia, sempre a Messina.

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