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“Saddi Allinguati”: un secondo piatto siciliano facile e veloce da preparare

Foto di CustonaciWeb

La sarda, considerata a torto pesce povero, come tutto il pesce azzurro, è ricco di omega 3 e di sostanze e sali minerali utili al nostro organismo. Questa ricetta nasce tanto tempo fa, quando gli spagnoli, nostri “ospiti” per 2 secoli circa, si facevano preparare alla loro corte piatti deliziosi tra cui la sogliola (in spagnolo “lenguado”) che la povera gente non poteva permettersi. Così le massaie compravano le sarde, considerato pesce povero, spesso non proprio freschissime. Le aprivano a libro facendole assomigliare “a lenguado” (quindi sarde a lenguado che poi è diventato allinguate) e le mettevano sotto l’aceto per camuffare l’odore forte e nello stesso tempo per scongiurare eventuale carica batterica.

“Saddi Allinguati”

È una ricetta tipica del trapanese e del palermitano di facilissima esecuzione (soprattutto se chiedete al vostro pescivendolo di sfilettarle; al mercato del pesce le trovate già pulite sul banco). Le sarde allinguate sono un piatto economico, facile, veloce, buono come antipasto, come secondo piatto e con un buon contorno risolvono una buona cena.
Preparazione 30 minuti
Cottura 15 minuti
Portata Secondi
Cucina Siciliana
Porzioni 4

Ingredienti
  

  • 1 Kg di sarde
  • 200 g di farina di grano duro
  • 1 bicchiere aceto di vino bianco
  • Q.b. olio di semi
  • Q.b. sale

Istruzioni
 

  • Per prima cosa squamate ed aprite le sarde lasciando attaccati i due filetti, togliete la testa e la lisca.
  • Mettetele in un piatto a bagno con aceto bianco (con aggiunta o no di acqua) per circa quindici minuti.
  • Adesso sciacquatele ed asciugatele bene, quindi passatele nella farina di semola (se piace più croccante nel pangrattato).
  • Friggetele in olio di semi ben caldo. Appena le sarde sono ben dorate, d’ambo i lati, sistematele su carta assorbente, mettete la giusta quantità di sale e servite ancora calde.
  • Se avanzano, ripassate in padella su un soffritto abbondante di cipolla fatta appassire e, con un filo di aceto e una punta di zucchero, avrete creato l’alternativa in agrodolce.

Note

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