Territorio

Pellegrini sull’antica via Francigena. Capizzi: la Santiago siciliana tra le cime dei Nebrodi

Quello di Santiago de Compostela è il cammino che molti pellegrini hanno percorso, pur con numerose insidie, per molti secoli, per giungere là dove sono conservate le reliquie dell’Apostolo San Giacomo il Maggiore.

Anche in Sicilia c’è un cammino che si rifà al culto di San Giacomo: un cammino che porta i pellegrini da Palermo, in un percorso di 22 tappe, fino a Messina. Nella predisposizione di questo percorso si è data la giusta attenzione, da parte dei promotori, a creare le condizioni adatte all’accoglienza dei pellegrini individuando luoghi per l’ospitalità, sistemando i sentieri, rendendoli percorribili sia a piedi che a cavallo, riqualificando le vecchie trazzere regie che collegavano il centro montano con i paesi limitrofi. Un’occasione unica per scoprire e amare questa fetta di Sicilia. 

Il paesaggio naturale intorno al Borgo – Foto di Giacomo Principato TrossoProloco Capizzi

L’intero cammino si immerge tra le cime delle Madonie, attraversa i Nebrodi e si avventura fin su le vette dei Peloritani. Un viaggio nella natura, tra bellezze e splendidi panorami, con paesaggi ineguagliabili che vanno dalla cittadina patria del barocco, alle spiagge, ai borghi consacrati tra i più belli d’Italia, ai paesi immersi nei boschi. 

Per far coincidere questo percorso con la festività di San Giacomo, che si celebra a Capizzi il 26 Luglio, si parte da Palermo il 12 Luglio e strada facendo, una volta giunti a Nicosia, s’imbocca la variante che porta al borgo in cui si festeggia il Santo e, successivamente, per continuare il cammino fino a Messina, ci si porta a Troina per ricongiungersi al percorso principale. All’interno del Santuario di San Giacomo, la chiesa Jacopea più antica dell’Isola, c’è la reliquia del dito mignolo dell’Apostolo che, la leggenda narra, sia stato portato a Capizzi da un crociato.

Capizzi è un graziosissimo borgo medievale sul Monte Verna adagiato tra i boschi, all’interno del Parco dei Nebrodi, con poco più di 3.000 abitanti. Ogni anno, la bella cittadina, il 26 di Luglio, in occasione della festa del Santo, richiama migliaia di fedeli e visitatori che giungono qui, anche grazie a questo cammino che s’inerpica tra le cime innevate dei Nebrodi, per la grande devozione che i fedeli nutrono per l’apostolo San Giacomo e, per questo, la cittadina viene chiamata la “Santiago di Sicilia”.

Piazza San Giacomo – Foto di Giacomo Principato TrossoProloco Capizzi

A Capizzi, la festa in onore del Santo, tradizionalmente, inizia il 16 Luglio con la novena. Successivamente all’alba del 25 Luglio vi è l’antica tradizione di percorrere a piedi scalzi il così detto “Santo Viaggio”, lo stesso lungo tragitto che il Santo, l’indomani, percorrerà sulle spalle dei suoi devoti, attraversando le vie dove sono tutte le chiese, con preghiere e canti e recitando il Santo Rosario di San Giacomo in dialetto. Per i fedeli è un viaggio alla ricerca di sè stessi, un viaggio interiore.

Il 26 Luglio, è il giorno più atteso tra rievocazioni storiche e atti di devozione e ringraziamenti per i numerosi miracoli e grazie ricevuti dal Santo. Nel pomeriggio il Santo, con scampanellate festose, accompagnate da applausi, viene trasferito dalla vara in oro zecchino dell’altare principale, alla vara massiccia neoclassica, che è la vera protagonista, assieme al Santo, della processione dei “Miracoli”. Ci sono numerosi pellegrini e forestieri che ogni anno fanno il “ Viaggio”.

Particolare della facciata della Chiesa Madre – Foto di Giacomo Principato TrossoProloco Capizzi

San Giacomo, seduto nell’atto di benedire il popolo, fedele ai suoi piedi, infiamma i cuori degli stessi che esplodono in una delle feste più spettacolari ed eccentriche della Sicilia. Durante la processione del Santo, i fedeli partecipano con lanci di carte multicolore, tra applausi e fuochi d’artificio, mentre la Banda Musicale intona “La leggenda del Piave”.

La vara, portata a spalle dai devoti, giunge in Piazza Miracoli dove i portatori ripetono il rito di sfondare, con lo stesso Santo in spalla, il muro di una casa fino a creare un grande buco. Sembra che questo rito abbia origini molto antiche e sia significativo e profetico di buoni auspici. Dopo di che il Santo lascia la Piazza e continua il suo giro per la città tra chiassose urla, applausi e fuochi d’artificio.

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