Storia

Alle pendici di Monte Cofano potrebbero giacere sepolti i resti di un’antica città Greca

Monte Cofano, per la presenza di grotte e cavità naturali, si ipotizza sia stato frequentato da popolazioni sin dalla preistoria. Sul monte alcune grotte, appartengono allo stesso periodo di quelle dell’Addaura su Monte Pellegrino a Palermo, di Cala dei Genovesi a Levanzo e della grotta dell’Uzzo nella Riserva dello “Zingaro”. Pochi sono i ritrovamenti archeologici e le fonti letterarie per cui è difficile fare una ricostruzione storica più precisa.

Monte Cofano – Foto di Andrew Mayovskyy – Shutterstock

Dagli spuntoni di roccia, baluardi di difesa naturale e dalle opere messe in atto dagli uomini, alcuni studiosi affermano che sul versante nord della montagna, per intenderci, quello che guarda alla tonnara, si trovino dei resti archeologici di probabile origine greca. Protesa sul mare, di fronte allo scoglio Scialandro, intorno al quale, si narra, si siano svolte le gare navali in onore di Anchise (Eneide libro V°), si ipotizza sorgesse la città di Eraclea.

È la città fondata da Dorieo, figlio del re spartano Anassandrida, che si era candidato alla successione del padre. Ma, quando alla sua morte, il trono fu assegnato al fratellastro Cleomene, maggiore per età, per la rabbia e la delusione subita, il principe spartano lasciò il Peloponneso e si trasferì in Sicilia quale discendente di Eracle.

Ma in Sicilia una coalizione di forze ostili elimo-puniche, cercò di impedirgli di impossessarsi dei territori dell’agro ericino, lo affrontò in battaglia, nella quale lo stesso Dorieo trovò la morte. Ma, nonostante l’aiuto dei Selinuntini, la stessa Eraclea fu distrutta. La vita della cittadina ebbe breve durata, appena trenta anni dal 510 al 480 circa a.C. come riportato nel V° libro delle sue Storie da Erodoto. Gli Spartani sopravvissuti al disastro si rifugiarono a Minoa, colonia di Selinunte cui fu dato il nome di Eraclea Minoa.

Riserva Naturale Orientata di Monte Cofano, Grotta Perciata – Foto di Memmo GambinaI Sentieri di Gù

Due Eraclee, quindi, di cui la prima attende ancora di essere riportata alla luce. La valorizzazione di quest’area archeologica è molto importante. Studiosi come il prof. Gianfranco Purpura e l’architetto Giuseppe Claudio Infranca rivendicano il merito di avere identificato, sul lato nord-ovest del promontorio di Pizzo Cofano, il probabile luogo in cui sorgeva l’antica Eraclea di Sicilia.

La costa fra Bonagia e San Vito Lo Capo presenta aspetti panoramici davvero incantevoli e di grande attrazione turistica. Se si avviasse una campagna di scavi, con i fondi necessari per sostenerne i costi, anche Custonaci potrebbe avere il suo fiore all’occhiello con risvolti non trascurabili per l’economia della zona. Come opportunamente sosteneva il prof. Vincenzo Tusa – “Occorrerà adottare un progetto complessivo con la predisposizione di spazi idonei a conservare i materiali che dovranno essere non solo raccolti ma pure tempestivamente catalogati e pubblicati”.

Tra le emergenze archeologiche ci sono la piattaforma di una cisterna, una scalinata intagliata nella roccia, un passaggio segreto sotterraneo, una porta angolare, la base di un’ara, un ampio sistema di terrazzamenti e terrapieni. Ancora una volta Monte Cofano si rivela un territorio dalle innumerevoli risorse e potenzialità, da valorizzare, custodire e diffondere per generare cultura e ricchezza.

Un Commento

  1. Ulteriori e più approfondite informazioni si possono ricavare dal libro MINOSSE & COCALO MITO E STORIA NELLA SICILIA OCCIDENTALE – di Leonardo D’Asaro, 2015, Aracne Editrice – Roma.

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