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Makari. Sarde a beccafico e pasta chi brocculi: il pranzo di Maricchia per Saverio e Piccionello

Saverio, suo Padre e Piccionello a pranzo a casa La Manna, un appartamento al secondo piano dell’ex Grand Hotel affacciato sullo splendido scenario del porto di Trapani. E’ stata questa una delle primissime scene, dopo la sigla iniziale, della seconda e attesissima edizione della fiction tv Makari, andata in onda ieri in prima serata su Rai1.

Sul tavolo apparecchiato, due pezzi forti della tradizione gastronomica siciliana: la pasta con i “brocculi arriminati” e le sarde a beccafico, preparati con maestria da Maricchia, la simpaticissima governante di casa La Manna. “Se non mangi qui non entri più” intima Maricchia, da buona “nonna” siciliana che non riesce a darsi pace per il fatto che Saverio non abbia assaggiato nulla. A chiudergli la fame è la lontananza con Suleima, volata, sul finale della prima serie della fiction, a Milano per lavoro. A gradire tutto però ci pensa Piccionello.

Pasta “Cu brocculu Arriminatu”

La pasta coi "brocculi arriminati” è un piatto classico del periodo invernale, molto diffuso in tutta la Sicilia. Semplice da cucinare, buono perché si avvale di un prodotto del territorio e soprattutto della sua stagionalità. In realtà, quello impiegato per la preparazione della ricetta è un cavolfiore verde, ma qui in Sicilia, viene chiamato broccolo, mentre i broccoli sono conosciuti come "sparaceddi".
Preparazione 20 minuti
Cottura 30 minuti
Tempo totale 50 minuti
Portata Primi
Cucina Siciliana
Porzioni 3 Persone

Ingredienti
  

  • 200 g di bucatini
  • 1 cavolfiore verde
  • 1 cipolla
  • 4 acciughe sott'olio
  • 1 bustina di zafferano
  • Un cucchiaio di uva passa
  • Un cucchiaio di pinoli
  • 4 cucchiai di pangrattato
  • Olio evo
  • Sale
  • Pepe

Istruzioni
 

  • Pulite il broccolo, tagliatelo e lessatelo in acqua bollente salata per circa 15 minuti. Dovrà diventare morbido, ma non troppo,  perché continuerà la cottura in padella. Scolatelo e usate l'acqua di cottura per cuocervi la pasta.
  • Nel frattempo  in una padella larga versate una giusta quantità di olio evo, fate appassire la cipolla tagliata finememnte e fate sciogliervi, a fiamma bassa, le acciughe. Aggiungete i pinoli, l’uvetta, fate soffriggere qualche minuto e unite il broccolo scolato, al soffritto.
  • Unite lo zafferano sciolto nell'acqua di cottura e di tanto in tanto qualche mestolo di acqua della cottura del broccolo. Cuocete facendo in modo che, in parte, diventi cremoso e lasci integro qualche fiore del broccolo. Pepate ed aggiustate di sale.
  • A parte, in una padella, abbrustolite il pangrattato con un filo d'olio, un pizzico di sale e di pepe.
  • Quando la pasta sarà al dente,  versatela direttamente nella padella del condimento e amalgamate. Servite aggiungendo un bel cucchiaio di condimento sopra e una spolverata di pangrattato abbrustolito.

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Note

Dove acquistare i nostri libri di ricette?

Trovate le ricette di tanti altri piatti della tradizione all’interno della collana di libri “Ricette Siciliane” edita da CustonaciWeb. Il primo volume dal titolo: “I sapori della tradizione” lo trovate sia in versione cartacea cliccando qui che in versione eBook cliccando qui. Anche il secondo volume, “Profumi e sapori che emozionano”, è possibile acquistarlo in entrambe le versioni, cliccando qui per la classica versione cartacea oppure cliccando qui nel comodo e moderno formato eBook. E’ disponibile su amazon anche “Ricette Siciliane –Storia, miti e territorio a tavola” sia in versione cartacea cliccando qui che in versione eBook cliccando qui.

Sarde a beccafico

La tradizione vuole che questa pietanza abbia preso il nome dal beccafico, un uccellino molto comune in Sicilia, ghiotto di fichi, delle cui carni la nobiltà siciliana amava cibarsi e che veniva presentato a tavola farcito e con la coda in su per meglio afferrarlo e potersene servire. La gente comune che non poteva permettersi questo lusso ha sostituito il beccafico con la “povera” sarda che, farcita con ingredienti semplici, veniva arrotolata mantenendo la codina in su per imitare la coda degli uccellini. Anche in questa ricetta venne usato l’aceto e in più i pinoli, ritenuti un antidoto alle intossicazioni alimentari, perché non sempre ci si poteva permettere pesce freschissimo! Presentiamo la versione palermitana, più diffusa nel territorio trapanese come la conosciamo noi.
Preparazione 40 minuti
Cottura 20 minuti
Tempo totale 1 ora
Portata Secondi
Cucina Siciliana
Porzioni 4 persone

Ingredienti
  

  • 1 kg di sarde
  • 30 g acciughe sott'olio
  • 2 spicchi d'aglio
  • 100 g di mollica bianca
  • 50 g di uva passa
  • 50 g di pinoli
  • Un cucchiaio di miele
  • Q.b. di prezzemolo tritato
  • Q.b. Alloro
  • Q.b. Olio evo
  • Q.b. Sale
  • Q.b. Pepe
  • Il succo di un'arancia e di un limone

Istruzioni
 

  • Sfilettate le sarde, privatele della testa e della lisca tenendo la coda.
  • Ammollate l’uva passa. Fate dorare l'aglio in olio evo, sciogliete le acciughe, aggiungete la mollica bianca e tostate. Unite prezzemolo, sale, pepe, versate i pinoli, l’uva passa. Amalgamate il tutto e spegnete.
  • Prendete una cucchiaiata di composto e versatelo sulla sarda aperta, create un rotolino, fermatelo con uno stecchino tenendo la coda all’insù. Sistemate le sarde in una teglia oleata ponendo tra una e l’altra una fogliolina d’alloro. Versate sulle sarde succo d’arancia e di limone col miele, precedentemente amalgamati in una terrina, come agrodolce.
  • Ora in forno a 180° gradi per circa 20 minuti e prima di servire lasciate intiepidire.
  • Si possono gustare come antipasto, come secondo e come piatto unico con un abbondante contorno o in versione street food nel classico cartoccio.

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