Storia

Non tutti lo sanno, ma la “Via della Seta” un tempo era in Sicilia

Pochi sanno che anticamente l’economia di quasi tutta la Sicilia si fondava sulla produzione e lavorazione della seta, un prodotto che nessuno oggi sente più nominare e che a prima vista, non ha nulla a che vedere con la Sicilia. Sull’isola infatti vi erano vaste coltivazioni di alberi di gelso che consentivano l’allevamento del baco e quindi la produzione e la lavorazione della seta.

Lavorazione della seta – Philip Galle, CC0, via Wikimedia Commons

I primi a introdurre il baco da seta sull’isola furono i Bizantini; in seguito, con la conquista della Sicilia da parte degli Arabi, l’allevamento divenne una delle attività più fiorenti per l’economia del tempo. La seta Siciliana infatti era conosciuta e apprezzata in tutta Europa, al punto da avere un suo stile ben riconoscibile, detto “alla siciliana”.

All’interno delle famiglie dei contadini, tutti si occupavano della gelsicoltura, con ruoli diversi tra maschi e femmine: gli uomini si occupavano della coltivazione dei gelsi e della raccolta delle foglie, di cui una parte veniva venduta a chi non aveva alberi di gelso ma voleva lo stesso allevare i bachi, mentre le donne si occupavano di allevare i bachi da seta.

La seta non esportata veniva lavorata nelle botteghe dei filatori e dei tessitori delle tre grandi città siciliane: Messina, Palermo e Catania, dove venivano prodotte stoffe per il confezionamento di abiti pregiati e paramenti sacri.

Il terremoto del 1783 segnò l’inizio della decadenza dell’attività legata al baco da seta, anche a causa di una malattia che aveva colpito il baco, debellata soltanto nel 1874. Nel ‘900 solo alcuni centri siciliani mantennero attiva la produzione, che cessò tuttavia definitivamente nel secondo dopoguerra.

2 Commenti

  1. La malattia si chiamava “Prebina” e colpiva i bachi. Non fu debellata ma i bachi furono sostituiti con quelli importati dall’oriente che ne erano Immuni. Ebbe la sua grande esplosione nella seconda metà dell’800, in coincidenza con il massiccio arrivo delle sete orientali, sopratutto Cinesi. Entrambe furono le cause che fecero scomparire questa fiorente industria che solo a Catania contava oltre 50.000 addetti. Ancora nei quartieri popolari di questa città circola l’espressione “Che è seta e’ Catania?” per dire quanto sia pregiata una cosa. In concomitanza della Prebina vi fu una epidemia di “Filossera” che distrusse i vigneti Europei. Anche questa non fu debellata ma le viti furono sostituite dai vitigni “Americani” che le resistevano. Ancora oggi vi sono, in Europa, solo circa 5 vigneti che si salvarono dall’epidemia. Uno di questi e sull’Etna, verso Randazzo, che è impiantato dentro un avvallamento che d’inverno si copre di acque che li protesse.

  2. Mi piace molto conoscere tutta la storia della Sicilia e anche le due Siicilie, ho vissuto all’estero e sono molto attaccata alla nostra storia

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