Territorio

A piedi e senza cellulare, in Sicilia: l’avventura di Tiziana e Sara lungo la Magna Via Francigena

Alla fine del primo millennio molti pellegrini seguivano i percorsi che dalla Francia portavano a Roma o in Terra Santa. La pratica del pellegrinaggio ebbe così tanta diffusione che si svilupparono delle vere e proprie “vie della fede” ai margini delle quali sorgevano luoghi di sosta, villaggi e abbazie per assistere, rifocillare e ospitare i pellegrini. Tra le vie più importanti la Via Francigena ne rappresenta ancora oggi il percorso principale. Nel tempo sono cambiate le motivazioni che spingono gli individui, organizzati in gruppi o no, ad affrontare tali cammini. Magari non per tutti la motivazione principale é quella religiosa. Spingersi a fare questi percorsi può nascere dall’esigenza di “staccare”, per ritrovarsi, per vivere una vacanza all’insegna dell’essenziale, fuori dai fronzoli, il più aderente possibile alla natura e alle persone.

Paesaggio campestre attorno a Sutera – Le Panama Walkers

Come tante regioni italiane anche la Sicilia ha i suoi percorsi. Tra questi la Magna Via Francigena, un cammino di 170 Km, che, attraverso un sistema di antichi sentieri, toccando borghi e villaggi dell’entroterra siciliano, porta da Palermo ad Agrigento in 8 tappe.

Abbiamo conosciuto Tiziana e Sara, due giovani donne 32enni che hanno vissuto l’esperienza di questo percorso in pieno agosto, quando il lavoro può concedere loro le ferie, (una docente della Scuola dell’infanzia, l’altra ingegnere edile) sfidando il caldo agostano siciliano e soprattutto in un periodo post prima pandemia, estate 2020. Motivazione alle stelle: entusiasmo, sfida, curiosità! Ingredienti giusti per affrontare questa esperienza.

Tiziana e Sara: la loro esperienza

Le abbiamo intervistate e non nascondiamo un nodo alla gola. Raccontano di precedenti itinerari dal nord Italia verso Roma e del cammino di Carlo Magno in Val Camonica; Sara milanese, a Bolzano per lavoro ha conosciuto Tiziana e lì, entrambe amanti della natura e del camminare, hanno cominciato questa esperienza insieme. Ma solo dopo aver percorso la Magna Via Francigena in Sicilia hanno avuto l’idea di fermare e raccogliere i loro ricordi e condividerli su istagram, andando a ritroso sui percorsi precedenti. Ci raccontano che la loro esperienza si svolge senza ausili tecnologici, con solo una cartina, pertanto può succedere che il percorso diventi difficile perché, malgrado sia ben segnalato, può venire nascosto dalla vegetazione.

“Lungo il percorso facciamo il pieno delle emozioni, delle cose più significative, degli incontri e registriamo il tutto, una volta tornati a casa, in una sorta di diario di viaggio a posteriori, con 4 post, quelli che riteniamo più significativi: il primo è una scheda tecnica e gli altri 3 contengono le cose più emozionali, i momenti che raccontano dove abbiamo dormito, chi abbiamo incontrato, cosa abbiamo fatto”.

Paesaggio agreste tra Corleone e Prizzi – Foto di Le Panama Walkers

E continua Tiziana- “Quello che ci ha fatto scegliere questo percorso siciliano, dopo le prime esperienze, sono state le foto trovate sul web ma soprattutto l’ospitalità diffusa. Abbiamo avuto l’opportunità di entrare nel pieno, proprio nella cultura locale, vivere con le famiglie del posto che ci hanno ospitato, abbiamo cenato insieme e ci siamo fermate a dormire”.

Chiediamo particolari del viaggio – “Siamo partite da Palermo, dalla Cattedrale” – continua Tiziana- “E’ stata una sorpresa, non immaginavamo minimamente quei paesaggi, ci aspettavamo campi aridi, tutt’altro che queste montagne, una esperienza tosta, con dislivelli notevoli”.

E aggiunge Sara – “Paesaggi mutevoli, con picchi di rocce molto simili alle rocce dolomitiche” e prosegue: – “Un cammino molto più “giovane” degli altri, quello siciliano, meno strutturato, più viscerale, meno standard, più vero, con un’umanità estremamente forte che ci ha affascinato per il suo carattere speciale, il tutto accostato all’elemento culturale e al cibo. Un’ospitalità che è qualcosa di bellissimo”. E qui Sara racconta un momento davvero toccante di ospitalità a casa di Silvana, il marito, l’orto, la verdura e la frutta raccolta insieme.

“A Corleone – prosegue Tiziana – abbiamo mangiato la pasta alla Norma più buona che abbiamo mai mangiato in Sicilia”– e prosegue con il ricordo di “un tramonto visto con i ragazzi di Prizzi che ci hanno ospitato, ragazzi che hanno deciso di ritornare in Sicilia dopo mille esperienze all’estero, con tanti progetti nel loro paesino di 3000 abitanti. Il loro racconto ci ha emozionati”.

Grotte di Capelvenere, antica necropoli dei popoli Sicani Foto tratta da Istagram Le Panama Walkers

Quasi insieme, in un susseguirsi di ricordi ed emozioni continuano il racconto:- “Siamo state sorprese da un temporale e una signora ci ha chiamato da lontano e ci ha accolto a casa sua. Cibo, ormai scontato, come ovunque e racconti. Abbiamo assistito alla nascita di un pulcino”

E ancora:- “Abbiamo incontrato, poco prima di Corleone, in mezzo al nulla, (un’espressione che dà tanto significato a quel nulla che lo colma di poesia, di accoglienza, di ospitalità) in una masseria, dei pastori molto semplici che ci hanno ospitato, hanno munto il latte davanti a noi e ce l’hanno fatto bere, offerto del formaggio buonissimo e quando ho cercato di dare qualcosa, per pagare, per ringraziare, hanno rifiutato con la dignità della gente semplice”

Otto le tappe di tutto il percorso: Arrivo a Palermo; da Palermo a Santa Cristina di Gela, da qui a Corleone , da Corleone a Prizzi; da Prizzi a Castronovo di Sicilia, poi una variante per S. Stefano in Quisquina (per visitare il teatro Andromeda); da qui a Sutera; poi Racalmuto e da qui ad Agrigento. Da Cattedrale a Cattedrale.

Sono una valanga di emozioni Sara e Tiziana e spesso si sovrappongono nel raccontare e a noi l’orgoglio siciliano sale alle stelle. Spesso, anzi quasi sempre NOI non siamo capaci di apprezzare quello che loro raccontano, forse neanche conosciamo quelle emozioni, presi dalla quotidianità. Qualche volta bisognerebbe inventarci e fare i turisti a casa nostra e non dare per scontato quello che abbiamo sott’occhio!

Sara e Tiziana consigliano di fare questo cammino molto selvaggio che, nel suo essere selvaggio, conserva tutta la sua bellezza; elogiano ancora una volta l’umanità e l’ospitalità dei siciliani che, a parere loro, è straordinaria. Loro vogliono promuovere questo cammino perché è poco conosciuto e non è meno importante degli altri, tutti belli, ma più noti. E raccomandano:- “Arrivate preparati fisicamente e psicologicamente perché è un cammino tosto. Scarpe comode e bagaglio leggero. E tanta voglia di conoscere!”

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