Storia

Lo “Scialannaru”: il caratteristico scoglio della tonnara di Cofano citato nel V libro dell’Eneide

Tra Punta del Saraceno e Capo San Vito, di fronte alla Torre della Tonnara di Cofano, troviamo lo scoglio Scialandro una propaggine che affiora da una secca che dalla torre va in direzione NE.
La costa rocciosa, composta prevalentemente da rocce dolomitiche del periodo triassico, presenta un profilo litoraneo basso, caratterizzato da piattaforme a vermeti; le poche insenature sono state create dall’uomo, probabilmente per esigenze legate all’attività della tonnara. Il fondale roccioso degrada aprendosi in una spianata di sabbia che, mantenendo una profondità costante, abbraccia lo scoglio e la secca, causa nel passato di numerosi naufragi, come testimoniano i molti frammenti di anfore sparse tutto intorno. E’ un tratto di mare interessante sia come habitat per i pesci pelagici e stanziali sia per gli interessanti resti di anfore soprattutto del periodo romano.

Scoglio Scialandro – Foto di Memmo Gambina

Abbiamo testimonianza di approdi nei racconti epici di poeti e scrittori, in particolare nell’Eneide di Virgilio. Uniche testimonianze, tra il romanzato e non, che giungono a noi e raccontano di popoli e miti che, in assenza della scrittura, costituiscono una fonte storica del patrimonio culturale che gli antichi ebbero del loro passato. Si sa che quando la Sicilia si “popolò” nel periodo preistorico non c’era ancora la scrittura pertanto le uniche fonti pressocchè attendibili sono la tradizione e l’archeologia. La mitologia è un pezzo della memoria collettiva che gli uomini conservarono nel corso di vari millenni; tramandata oralmente di generazione in generazione ha trovato voce appunto nell’Iliade, nell’Odissea, nell’Eneide e in altre fonti letterarie.

Nel V secolo comincia la storia scritta. Tucidide scrive: “Sembra che (la Sicilia) in antico non fosse abitata stabilmente e vi avvenissero molte migrazioni. Però, ciascun popolo, costretto a lasciare il proprio paese, situato in varie parti d’Europa o d’Italia, giunto in Sicilia vi rimaneva stabilmente affiancandosi ai popoli che già nell’isola si trovavano o che in seguito vi sarebbero approdati”. 

Le testimonianze storico-archeologiche-epiche “raccontano” che la Sicilia in antico era abitata da Greci, Siculi, Sicani, Elimi, Fenici e dagli Ausoni stanziatisi nelle isole Eolie col loro re Liparo.

Torre della tonnara di Cofano – Foto di CustonaciWeb

Tra mito, leggenda e storia

Secondo Virgilio Enea lascia Troia in fiamme, portando con sé il padre Anchise, il figlio Ascanio, i penati e gli dei della città. Dopo aver toccato la Tracia, Creta e l’Epiro costeggia l’Italia fino allo stretto di Messina. I Troiani arrivano, dopo aver superato le insidie di Scilla e Cariddi, fino ai piedi dell’Etna dove vivono i Ciclopi. Enea prosegue il suo viaggio e alla fine del suo itinerario tocca il porto di Drepanon (Trapani) e qui Anchise muore.

Successivamente una tempesta sbatterà Enea sulle coste di Cartagine, dove avviene l’episodio di Didone. In seguito, fuggendo dall’Africa, Enea ritorna in Sicilia, a un anno dalla morte del padre Anchise. Qui dà il via a sacrifici e banchetti e al nono giorno partono i giochi sportivi e gare navali per onorarne la morte. Nel dare il via a una gara navale, Enea segna la meta della gara (Scoglio Scialandro?)

… e lunge incontra

a la spumosa riva un basso scoglio (Scoglio Scialandro?)

che, da’ flutti percorso, è talor tutto

inondato e sommerso.

Eneide, libro V, vv. 180

Come si giunge a identificare il luogo in cui Virgilio colloca la gara del V libro dell’Eneide?

L’archeologo G. Purpura racconta le famose gare navali di Enea, che “si svolgono partendo da terra dinanzi ad un dolce promontorio, attorno ad uno scoglio posto come meta in mezzo al mare…“. Seguendo l’andamento e le descrizioni dettagliate del percorso di tale gara navale, si possono identificare tali caratteristiche all’insenatura del Cofano, nel trapanese, al cui cospetto si trova lo scoglio dello Scialandro. E l’ipotesi viene avvalorata dai ritrovamenti, in tale sito, di reperti di epoca greca e romana.

Tra le fonti: Brigantino-il portale del Sud di Rosa Casano Del Puglia

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