Leggende

Da sceicco a “scecco” il passo è stato breve. Come nasce la “sceccaggine” secondo la leggenda?

E’ risaputo, ed è linguaggio comune, dare dell’asino a chi non vanta prestazioni scolastiche eccellenti o magari è, particolarmente credulone o sempliciotto, a dispetto di quanto, invece, questo docile e tanto apprezzato animale della famiglia degli equidi, sia intelligente, docile, di compagnia, persino usato per ippoterapia. E’ forse questo il motivo per cui, un noto personaggio, risparmia gli asini quando vuole infierire su qualcuno che non ritiene intellettualmente alla sua altezza (?), e lo apostrofa ripetutamente con un termine più vicino ai caprini che agli equini?

Tornando ai nostri docili e tanto utili animali, è noto che in dialetto si usi, come sinonimo di asino, il termine sceccu riferendosi a persona cui mancano doti di scaltrezza, intelligenza o cultura, in poche parole a persona che si ritenga sia ignorante o, peggio, stupido. Ma come è potuto avvenire che questi miti animali siano diventati simbolo di stoltezza? Molte le ipotesi, anche nella ricerca dell’etimologia della parola stessa. Ma quando non si hanno certezze, la fantasia popolare si rifugia nelle leggende.

Narra la leggenda che i siciliani mal sopportassero la dominazione araba. Nevara, figlia del re arabo Amir al-Mu’minin, noto come Miramolino, innamorata di un nobile siciliano, si adoperò perchè i due popoli vivessero in pace e cercò di mitigare l’astio tra i due popoli consigliando al padre di essere più benevolo verso i siciliani; fece sì che permettesse loro di lavorare la terra, commerciare via mare,er vivere, insomma, dignitosamente. Il re seguì i consigli della figlia e concesse alcune cose ma negò loro di avere armi, di montare cavalli e di suonare le campane della chiesa. Come dire che non si allargassero troppo!

Ma il popolo siciliano non è facile da domare e mal sopportò il divieto di cavalcare i cavalli e… -“Nè noi nè loro!” – pensarono i siciliani. Per vendicarsi escogitarono un terribile piano e avvelenarono tutti gli abbeveratoi dove si dissetavano i poveri animali. Questi morirono tutti. Il re, messo alle strette, non si perse d’animo e, seppur infastidito da tale stratagemma, fece arrivare navi piene di cavalli dal Nordafrica. Ma il destino volle che tutte queste navi, cariche di cavalli, affondassero tranne una, quella che traportava asini.

Gli sceicchi dovettero così accontentarsi di cavalcare gli asini che, per questa loro costrizione, quella di piegarsi al volere del potere, furono derisi dalla popolazione e, per assonanza con chi li cavalcava, furono chiamati scecchi in modo canzonatorio.

Quale che sia la vera origine del termine sceccu, è sempre appassionante inoltrarsi tra etimi, e curiosità linguistiche, leggende e storie dal sapore folcloristico, con o senza basi storiche, puramente fantasiose.

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