Su “Makari” va in scena la tradizione siciliana della conserva di pomodoro fatta in casa
Ieri sera, guardando il terzo episodio di Makari, sono stato subito piacevolmente attratto dall’immagine di Saverio e Piccionello che, sul terrazzo della villa, davanti alla splendida vista di monte Cofano, preparavano la conserva di pomodoro. In un attimo sono venuti alla luce i miei ricordi, mi si è riempito il cuore di felicità.
In Sicilia l’estate è la stagione in cui viene preparato il cosiddetto “buttigghiatu”, ovvero la conserva di passata di pomodoro. Una vera e propria tradizione, ancora molto radicata e diffusa in molte famiglie. Non so voi ma io sono cresciuto assistendo alla preparazione di tonnellate di pomodori.
Un lavoro senza dubbio faticoso, che inizia all’alba e termina a tarda sera, reso unico dall’atmosfera di convivialità che lo circonda, un’occasione per riunire l’intera famiglia, vicini di casa e amici. La mia nonna paterna utilizzava una grande veranda, aperta sul giardino, dove troneggiava una lunga tavola ricoperta da coloratissime cerate, sulla quale adagiava delle grandi bacinelle colme d’acqua che usava per lavare le bottiglie in vetro messe da parte durante tutto l’arco dell’anno. La stessa tavola serviva poi come base d’appoggio per l’imbottigliamento. Per terra si trovavano dei grandi teli sopra i quali giacevano non so quanti pomodori, tantissimi. In giardino veniva acceso il fuoco sopra il quale continuamente, in un grande pentolone, bollivano i pomodori prima di essere macinati.
Anche a noi bambini veniva affidato un compito, il mio era quello di introdurre una fogliolina di basilico nel collo di ogni bottiglia prima che questa venisse sigillata. Ancora oggi se chiudo gli occhi mi sembra di rivivere quelle scene: lo schiamazzo di noi bambini che correvamo in lungo e in largo intorno a quella che vedevamo come una festa, l’odore del fuoco e del pomodoro che cuoceva, il sapore acre e dolciastro dei pomodori appena bolliti, quel lievissimo e fastidioso bruciore dato dal succo che al sole mi irritava la pelle.
I miei sono solo ricordi, ma in Sicilia e nel sud Italia, sono ancora tantissime le famiglie che si riuniscono e dedicano il fine settimana alla preparazione della conserva di pomodoro.
Quali sono i vantaggi? Di sicuro si risparmia, si guadagna in qualità, “sai soccu mangi”, ripeteva la mia nonna e ci guadagna pure l’ambiente, perché si riescono a riciclare centinaia di bottiglie e barattoli di vetro.
La giornata di lavoro ci conclude col mettere a bollire le bottiglie. Noi, ricordo, che utilizzavamo un grande barile in ferro aperto su un lato. Un duro lavoro, quello della produzione del “buttigghiatu” che però è in grado di regalare una bella scorta capace di riempiere la dispensa per tutto l’inverno oltre che “assicurare” le bottiglie in valigia a chi si trova lontano da casa. Una piccola dose di tradizione e di estate siciliana da gustare durante tutto l’arco dell’anno, ovunque ti trovi. Io le paragono un po’ alle bottiglie che galleggiano in mare e al cui interno è racchiuso un messaggio di speranza.