Trapani, antica Dreapanon, la città baciata da due mari, tra storia e leggende
Sull’estrema punta occidentale della Sicilia, adagiata su una lingua di terra a forma di falce, affacciata sul Mediterraneo, Trapani rappresenta un punto di partenza di eccezionale bellezza per scoprire la parte occidentale dell’isola.
Miti e leggende su Trapani
Una leggenda antichissima racconta che a Cerere, dea della terra e della fertilità, cadde dalla mano una falce, mentre sul carro trainato da serpi alati, correva per il mondo alla ricerca della figlia Proserpina, rapita da Plutone. La falce caduta in mare si mutò in una lingua di terra arcuata sulla quale sorse una città, detta appunto Drepanon (“falce” in greco antico), per la forma che assunse. Secondo un’altra tradizione mitologica, Trapani sarebbe invece sorta dalla falce caduta dalle mani di Saturno dopo aver evirato il padre Urano. Saturno era infatti il dio patrono di Trapani e ancora oggi si può ammirare una statua che lo ritrae posta a ornamento della fontana che si trova in piazzetta Saturno, nel centro storico.
Per altri ancora, Trapani nacque dall’amore sorto tra il cielo e il mare. Per alcuni studiosi, la città dei due mari, descritta nell’Odissea, sarebbe proprio l’odierna Trapani. Nell’Eneide, Virgilio racconta che Enea portò sulle spalle il padre Anchise a Drepano (Trapani).
Storia
Si ritiene che la primissima fondazione della città di Trapani (attorno al 1250 a.C. o tra il 1194 a.C. e il 1184 a.C.), sia stata opera degli Elimi prima della guerra di Troia. Gli Elimi risiedevano ad Erice vetta ma in pianura fondarono un villaggio costiero utilizzato per le loro attività di pesca e agricoltura. La scelta di stabilirsi in montagna era dovuta alla necessità di difendersi dagli attacchi nemici provenienti sia dal mare che dalla terra.
I Fenici giunsero a Trapani nel IX sec a.C. A quel tempo, l’area che va da via Torrearsa fino a Torre di Ligny era una distesa di scogli e di sabbia. Vi costruirono, nell’attuale piazza San Domenico, un centro abitativo per i loro scambi commerciali. Essi portarono i loro costumi e loro religione; adoravano Saturno e Cerere. In fondo era abbastanza scontato che in una terra baciata dal sole ci si affidasse a degli dei protettori dell’agricoltura, così come erano Cerere e Saturno.