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Un luogo in Sicilia dove i vivi incontrano i morti. Il macabro fascino delle Catacombe dei Cappuccini

Le Catacombe dei Cappuccini di Palermo sono uno dei luoghi più misteriosi e suggestivi della città e forse dell’intera Sicilia. Scavate dai monaci nel XVI secolo per essere utilizzare come luogo di sepoltura, questo luogo ben presto iniziò ad accogliere anche le salme mummificate di tantissimi cittadini palermitani. Si stima che all’interno delle catacombe ci siano circa 8.000 corpi imbalsamati, ma solo una parte di essi è esposta al pubblico.

Palermo, Catacombe dei Cappuccini – Foto di Stanislavskyi – Shutterstock

Le catacombe sono divise in tre diverse sezioni: la cripta dei bambini, la cripta dei sacerdoti e la cripta generale. La cripta dei bambini è una delle parti più commoventi e: qui si trovano le mummie dei piccoli defunti, le cui espressioni sembrano conservare il sorriso infantile. La cripta dei sacerdoti, invece, ospita le salme di monaci e sacerdoti cappuccini che hanno vissuto nel convento adiacente alle catacombe. Infine, nella cripta generale si trovano le tombe di persone comuni.

Le mummie delle catacombe furono realizzate utilizzando una tecnica molto particolare per mano dei frati: dopo la morte, i corpi, privati degli organi interni, venivano lasciati a “scolare” per circa otto mesi, quindi il corpo, più o meno rinsecchito, veniva lavato con aceto, riempito di paglia e rivestito con i suoi abiti.

Ogni mummia ha un’espressione diversa e sembra conservare tracce della propria vita passata, come i vestiti o gli accessori che indossava al momento della morte. Alcune mummie sono addirittura sedute o appoggiate a pareti, come se fossero ancora vive.

Palermo, Catacombe dei Cappuccini – Foto a sinistra di Giorgio Sommer, Public domain, via Wikimedia Commons – A destra il corpo mummificato della piccola Rosalia Lombardo – Foto di Sibeaster, Public domain, via Wikimedia Commons

La cripta venne chiusa nel 1880, salvo accogliere in via eccezionale ancora due salme nei primi anni del Novecento: quella di Giovanni Paterniti, viceconsole degli Stati Uniti e quella della piccola Rosalia Lombardo, una bambina palermitana morta di polmonite all’età di due anni e mezzo nel 1920, la cui mummia è ancora oggi perfettamente conservata e nota come la “mummia più bella del mondo”.

Scoprire questo luogo significa immergersi nella storia e nella cultura della città siciliana, offrendo uno spaccato unico sulla vita e sulla morte dei suoi abitanti nel corso dei secoli. Un luogo dal fascino macabro dove i vivi rincontrano i morti, un patrimonio culturale e storico inestimabile per la città, che ogni anno attira migliaia di visitatori da tutto il mondo.

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