Il tratto di costa che va da Trapani a Marsala, comprendendo anche Mozia, che si estende per circa mille ettari, è caratterizzato dalla presenza di antiche saline, presenti nel territorio da secoli. Dal 1995 questa zona è diventata Riserva Naturale delle Saline gestita dal WWF.
Storia
Già all’epoca dei Normanni nel XII secolo, Federico II comprende l’importanza commerciale del luogo e impone il monopolio di stato sulla produzione del sale, usato per la conservazione del cibo. Dopo i Normanni, fu la volta degli Aragonesi, che privatizzarono le saline. Successivamente gli Spagnoli spinsero l’economia della zona, promuovendo Trapani come centro europeo più importante per la produzione del sale.
Fino agli anni 60, i Mulini a Vento si imponevano sul panorama delle saline Trapanesi. Giganti maestosi, con grandi braccia dal movimento continuo e aggraziato sfidavano i forti venti sempre presenti nella città di Trapani e riuscivano sotto la loro spinta a creare quel meccanismo indispensabile a sollevare e spostare l’acqua necessaria per la produzione del sale marino.
Funzionamento dei Mulini a Vento per il sollevamento dell’acqua marina
I Mulini a Vento sono composti da una struttura a forma di tronco di cono realizzati con blocchi di tufo di origine vulcanica ricavate dalle cave di Favignana, intonacati con una malta molto forte a base di cemento pozzolanico, che rappresenta la torretta. In essa è istallato l’insieme delle sei pale a forma di trapezio in legno dette ‘Ntinne su cui vengono stese le vele di tela “Cuttunina” che riescono a intrappolare il movimento del vento e a far girare le pale. Questo movimento viene trasmesso al Cilindro su cui è montato un ingranaggio in legno con 32 denti.
Da qui parte tutto il meccanismo che, struttura dopo struttura, ingranaggio dietro ingranaggio, trasferisce il movimento, per mezzo di un albero di trasmissione alla classica pompa a vite d’Archimede, istallata nella base del Mulino, chiamata in gergo Spira che serviva ad aspirare l’acqua, sia in entrata nelle saline che in uscita verso il mare. Il mulinaio, in base alla potenza del vento, agiva sulla Scuffina, un dado che teneva ferma la spira, stringendola o allentandola, variando così il pescaggio e regolando la spira a seconda del moto delle maree. Un meccanismo di alta ingegneria.
Evoluzione e adattamenti
Ben presto i salinai si accorsero che potevano utilizzare i Mulini a Vento anche per macinare il sale. Quindi esistevano due tipi di Mulino a Vento nelle saline di Trapani: un tipo per il sollevamento dell’acqua e un altro per la Macina del sale. Anche i Mulini a Vento ebbero le loro evoluzioni tecniche nel corso degli anni. Negli anni 60 alcuni di essi furono trasformati in Mulini Americani, con 24 pale.
Questo poteva essere istallato sulle torrette degli esistenti mulini a vento ed era molto più facile da gestire, perché si regolava da solo a seconda della forza del vento. Il mulino americano riusciva a funzionare anche in presenza di venti deboli. Infatti, attraverso la coda era in grado di orientarsi e cambiare posizione, disponendosi nella posizione migliore per captare il vento.
Intanto nei mulini tradizionali hanno sostituito il Cilindro di legno che si rompeva facilmente con quello d’acciaio, più costoso ma più resistente. I Mulini a Vento nel Trapanese, furono anche usati anche per la macina sia del sale che del frumento. Se ne trova ancora qualche resto nell’entroterra. Funziona nella stessa modalità con le pale spinte dal vento, ma il movimento, invece di essere trasmesso alla Spira, è usato per fare girare una mola da macina.
Sono ormai pochissimi i Mulini a Vento integri nella provincia di Trapani: I 2 mulini della Salina S.Cusumano, il Mulino Maria Stella sulla Via del Sale di Trapani, 2 Mulini della Salina Calcara (di cui uno restaurato solo nella parte esterna), il mulino del Museo del Sale di Nubia, il Mulino Uccello Pio a Salinagrande, i tre mulini della salina Ettore a Marsala e il Mulino della Salina Infersa a Marsala.
I mulini delle saline della provincia di Trapani sono stati definiti tra i 10 più belli d’Europa. Sono delle costruzioni, quindi strutture artificiali ma perfettamente integrati con la natura. Nel loro “lavoro” di muovere le acque da una vasca all’altra e per la macinazione “agitano” le pale che riflettono nell’acqua un gioco di luci ed ombre che affascinano chi le sta osservando. Nelle saline trovano riparo diverse specie di volatili, ma soprattutto i fenicotteri rosa, che impreziosiscono l’ambiente e regalano ancora più fascino alla costa trapanese.