Nell’entroterra siciliano, piccoli paesi, come presepi, illuminano e rendono magico un territorio incontaminato, spesso abitato da poche anime che ne conservano e ne tramandano tradizioni, usi e costumi; lo vivono e lo rendono fruibile, con percorsi, davvero suggestivi, per amanti di escursioni che toccano il cuore dell’isola.
Tra questi piccoli gioielli, Sutera, dal nome augurale di Salvatore o Colei che Salva, detto anche il balcone di Sicilia. Con i suoi 590 metri s.l.m. abbraccia e circonda, con le sue casette, come perle di una collana, la montagna di San Paolino che si alza imponente fino a 825 metri. Su questa sorge l’omonimo Santuario. Sutera è uno dei borghi più belli d’Italia, dove le case, i vicoli e le piazze raccontano storie millenarie, dove il tempo sembra essersi fermato, destinazione imperdibile per chi ama l’arte, la storia, la cultura e la natura, a giusta ragione inserito nel percorso della Magna Via Francigena che, da Palermo, giunge fino ad Agrigento.
Luoghi mitici, dove si respira aria di mistero, dove ogni pietra racconta una storia, dove aleggiano le leggende. A Sutera si racconta che la città fosse stata fondata da Dedalo fuggito dal labirinto di Creta. Non mancano i dettagli di cui si fanno portavoce non solo gli anziani, ma anche i giovani che si soffermano con orgoglio a raccontare come Minosse fosse stato affogato dentro la vasca da bagno e come Camico, capitale della Sikania, fosse stata inghiottita dalla voragine creata dal terremoto che aveva frantumato la rocca di San Marco e aveva spaccato in due, anche, il monte vicino.
Si racconta la storia di questa “muntagna hiaccata”, la Rocca Spaccata, appunto. Si attribuisce l’origine della faglia, creatasi nella Rocca, a un fenomeno dovuto a pietà religiosa. Si dice infatti che quando Gesù morì sulla croce, un terremoto scosse la terra e fu allora che una grande fenditura si aprì nella rocca, dando vita a quel canion che si estende per quasi un chilometro. La Rocca Spaccata è diventata meta di escursionisti speleologi ma anche di tanti fedeli che giungono qui per pregare il Signore; le loro preghiere si uniscono alla voce del vento che, balzando sulle pareti della rocca, entra nelle fenditure e sembra voglia accompagnare e unire il pianto della natura a questo momento di intima comunione.
Anche se l’eco della leggenda si è un po’ affievolito, per gli abitanti di Sutera la Rocca Spaccata è un posto del cuore, sempre.