Custonaci: buffi pupazzi di paglia invadono le strade della frazione di Purgatorio
C’è una piccola frazione, tra San Vito Lo Capo e Trapani, che ogni anno, a Carnevale, porta avanti un’antica e curiosa tradizione che mobilita per settimane tutti gli abitanti della borgata. Stiamo parlando di Purgatorio, frazione di Custonaci abitata da circa 300 persone che ogni anno ripropongono l’antica tradizione dei “Pupi di paglia”.
Gli abitanti del quartiere, per settimane, si ritrovano insieme la sera, in un piccolo garage trasformato per l’occasione in un vero e proprio laboratorio sartoriale, dove grandi e bambini armati di vecchi vestiti, ago, filo e tanta paglia, realizzano dei buffi pupazzi di stoffa, spesso a voler raffigurare qualcuno del posto o qualche personaggio famoso, il barista, a volte anche la vicina di casa ecc. e, per le strade di Purgatorio, compaiono allegri pupazzi colorati che strappano risate agli ignari passanti che, a prima vista, li scambiano per stravaganti personaggi.
Il martedì prima dell’inizio della quaresima, “I pupi di pagghia”, così sono chiamati, dopo il corteo funebre di Peppe Nappa vengono ammassati davanti al piazzale della chiesa e bruciati in un grande falò. Il rogo rappresenta l’inverno ormai morente, che assume le sembianze di un fantoccio di paglia e stracci, che bruciato cede il passo alla rinascita della natura e della vita stessa con l’arrivo della primavera.
Un’usanza che sembra derivare da antichissimi riti purificatori e propiziatori, diffusi in epoca pre-cristiana. I Celti ad esempio, per propiziarsi le divinità, usavano accendere dei fuochi e bruciare un fantoccio rappresentante il passato, mentre i contadini in cerchio gridavano e cantavano.