Cibo e bevande

Capperi di Pantelleria: frutto prezioso del terreno lavico, dalle mille proprietà e dal marchio IGP

La pianta del cappero, il cui nome scientifico è Capparis spinosa, è una pianta spontanea, arbustiva e rampicante.  Cresce in luoghi aridi e sassosi e si trova facilmente sia lungo i litorali marini sia nell’entroterra. Si diffonde naturalmente grazie alla semenza che, essendo molto piccola, viene trascinata dal vento. Questi semi trovano un terreno particolarmente fertile nei muri a secco di cui l’isola di Pantelleria è piena e necessitano di pochissima acqua per vivere e svilupparsi.

Pianta di capperi – Foto di Tanya Kalian – Shutterstock

Specificità del cappero di Pantelleria

Il Cappero Pantesco si distingue dagli altri per l’intensità dei profumi, per il suo gusto spiccato così caratteristico e tipico tanto  che l’Europa gli ha assegnato il marchio IGP.

I capperi di Pantelleria sono alimenti preziosissimi e dalle infinite proprietà nutritive e benefiche. Sono ricchi di vitamine, hanno una gran quantità di minerali e  proprietà antiossidanti, inoltre  aiutano a depurare l’organismo e a rinforzare il sistema immunitario.

La pianta ha foglie ovali e grandi fiori bianco-rosati che sbocciano da maggio a ottobre, mentre la parte che effettivamente si può mangiare è costituita da boccioli fiorali ancora chiusi, raccolti in primavera, e dai piccoli frutti, di forma allungata e fusiforme chiamati cucunci, staccati dalla pianta in estate.

Il cappero fonte di guadagno

Gli abitanti di Pantelleria hanno sfruttato questa caratteristica del loro prodotto spontaneo per trasformarlo in attività redditizia. Hanno scelto la giusta esposizione e hanno adattato i terreni impervi riducendoli a terrazzamenti per aumentarne la superficie e garantire la giusta esposizione. Il terreno viene concimato e le piante, nei cappereti, vengono regolarmente potate.

Se non si raccoglie il cappero cresce, fino a diventare fiore. Una volta che il fiore sboccia, dal fiore stesso nasce il frutto, quello che chiamiamo cucuncio. Il frutto, il cucuncio quindi, porta la semenza che serve a garantire la sopravvivenza della specie.

Il raccolto manuale del cappero

La raccolta dei capperi, rigorosamente a mano avviene da maggio a ottobre ed è particolarmente dura e faticosa. Sia il Cappero che il Cucuncio, appena raccolti, non si possono mangiare perchè sono molto amari e piccanti. Da qui inizia il procedimento che porta a far maturare questi prodotti attraverso l’utilizzo del sale marino.

Come conservarli sotto sale

I capperi, dopo averli raccolti, si mettono in recipienti, coperti di sale marino medio-grosso e mescolati quotidianamente per dieci giorni. In seguito si fa una seconda salatura. Per altri dieci giorni i capperi si mescolano e così si elimina quotidianamente l’acqua di vegetazione.

Qui termina il lavoro dell’agricoltore: dopo la seconda salatura porta i capperi di Pantelleria nelle aziende perché possano essere confezionati o utilizzati per produrre paté. Sono allora pronti per la commercializzazione come Capperi di Pantelleria IGP.

Uso dei capperi nella cucina tipica siciliana

La conservazione non è difficile, lasciando i capperi sotto sale possono durare perfino alcuni anni senza perdere le loro caratteristiche organolettiche. Il cappero trova applicazione in tantissimi piatti della cucina Siciliana ed è diffuso in tutto il mondo.

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