A Fiumefreddo di Sicilia, il Castello degli Schiavi: un gioiello barocco, set del film “Il Padrino”
La nostra Sicilia, per la sua posizione nel mediterraneo, terra di conquiste e invasioni, si è difesa creando delle fortezze per arginare gli assalti. Fortezze diventate nel tempo carceri e poi dimore di famiglie nobiliari. Oggi questi splendidi baluardi affascinano e conquistano per la loro bellezza e sono visitati da turisti e non solo. Tra questi, per bellezza, arte e storia si fa notare il Castello degli Schiavi, oggi proprietà della famiglia Platania, edificato in provincia di Catania, poco fuori dal comune di Fiumefreddo di Sicilia, lungo il tratto che da qui va verso Marina di Cottone.
Un edificio di una bellezza unica, un gioiello in stile barocco rurale, del 700, circondato da limoneti. Fiumefreddo, che fu parte del feudo di Calatabiano, prende il nome dal fiume che lo bagna. Originariamente si chiamava Castel Fiumefreddo perchè tutta la vita, nel piccolo borgo che lo circondava, si svolgeva intorno al Castello. La specifica “di Sicilia”, serve a distinguerlo dall’altro comune, omonimo, in provincia di Cosenza.
Si presenta subito con un importante portale sormontato da un arco di pietra lavica dove si staglia il viso di un saraceno arrabbiato e sopra di esso una conchiglia, particolare ben diffuso nel barocco catanese. Superato il portone appare una bellissima loggia. Da una finestra-balcone di questa loggia si affacciano le statue di due mori. Ci sono 2 piani: il piano inferiore collegato con uno scantinato che sicuramente era, e ancora adesso è, adibito a “frigorifero”. Al primo piano si trovano otto stanze ricche di oggetti di grande pregio: quadri, stemmi, libri e mobili. Nel grande cortile c’è il pozzo e la chiesetta dedicata alla Madonna della Lettera.
Non può mancare la leggenda che aleggia intorno al Castello. Si narra che un famoso e bravo medico palermitano, dottor Gaetano Palmieri, salvò da una gravissima malattia il figlio del Principe di Palagonia, il Gravina-Crujllas e che questi, per ringraziarlo, gli regalò un appezzamento del suo feudo che si trovava appunto nei pressi del fiume Fiumefreddo. Il dottore fece costruire in quel terreno la sua dimora , una villa ben fortificata per trascorrervi delle lunghe vacanze sotto la spinta della moglie Rosalia che era interessata a quella località perchè vicina a Taormina dove viveva il suo spasimante, un certo Nello Corvaja.
Il Corvaja, sempre attento a “gettare un occhio” da quelle parti, un giorno scorse, dall’alto di Taormina, dei pirati turchi che, sbarcati sulla costa, si diedero al saccheggio del paese e, raggiunto il castello, rapirono il dottore e la moglie. Ma il Corvaja non stette a lungo a guardare; organizzò un gruppo di giovani armati e riuscì a liberare i coniugi proprio mentre i turchi stavano per salpare con i prigionieri. Alcuni dei pirati furono uccisi, altri scapparono.
Allora fu fatta costruire la chiesetta per ringraziare la Madonna per lo scampato pericolo e furono poste le due statue a memoria dell’accaduto come monito a chi si avvicinasse. Le due statue simboleggiano due prigionieri turchi che guardano il mare sperando di essere liberati ed è la loro presenza che dà il nome a “Il castello degli Schiavi”.
Una struttura bellissima, questo castello, affascinante, per tratti inquietante; fu scelto da registi, come Francis Ford Coppola che vi ambientò le scene principali de Il Padrino e anche da Pier Paolo Pasolini che vi girò alcune scene de Il Porcile (L’orgia). Fu scelto inoltre da Franco Battiato, per il videoclip della canzone del 1998 Shock In My Town e, infine, dai Coldplay, che vi ambientarono il singolo del 2008 Violet Hill. Oggi nel castello si svolgono eventi ed è utilizzato come location esclusiva per matrimoni.