E’ la più grande chiesa della Sicilia. San Nicolò l’Arena, l’incompiuta, dalla storia travagliata
In pieno centro storico, in Piazza Dante a Catania, la città del Liotru, si erge maestosa l’incompiuta siciliana: la Chiesa di San Nicolò l’Arena. E’ la Chiesa più grande di tutta la Sicilia. Misura 105 metri di lunghezza. Un vero e proprio gioiello. Testimonia di varie vicissitudini subite nel corso dei secoli. Si racconta che i benedettini di Nicolosi, per sfuggire alle frequenti eruzioni dell’Etna, chiesero, al senato di Catania, il permesso di poter costruire il loro complesso monastico dentro le mura della città etnea.
Questa costruzione, inaugurata nel 1578, prese il nome di Sancti Nicolai per la devozione a San Nicola di Bari e de Arenis per la sabbia rossa usata per la costruzione del primo monastero medievale di Nicolosi. La sabbia rossa, ovvero rena rossa, nel suo colore così particolare, era dovuta al forte calore e quindi all’ustione che la terra subiva a contatto con la lava, una rena (sabbia) cotta dalla lava in eruzione.
La prima costruzione della Chiesa di San Nicolò l’Arena risale al 1578, ma venne danneggiata dalle colate laviche del 1669. Ricostruita pù a sud nel 1687, fu ancora danneggiata dal terremoto del 1693. Alla ricostruzione, nel 1730, parteciparono e si avvicendarono i più importanti architetti e maestri siciliani; la facciata dell’edificio subì ben cinque cambiamenti di progetto fino all’ultimo che la lasciò in questo stato di incompiutezza, in uno stile che va dal tardo barocco catanese a un più lineare stile rinascimentale, mentre fu eretta e completata la cupola, molto bella e importante, che è alta 62 metri.
Il motivo per cui i lavori furono interrotti fu un contenzioso, nel 1797, tra i monaci benedettini e l’impresa che riforniva la pietra e non fu possibile quindi completare la facciata. Nel 1866 la chiesa fu confiscata e durante la seconda guerra mondiale sconsacrata e anche bombardata. I benedettini poterono entrarne in possesso soltanto nel 1989.
La Chiesa San Nicolò l’Arena è uno scrigno che accoglie al suo interno molte opere preziose. Nella struttura le analogie con la Basilica Vaticana sono ben evidenti. E’ composta da tre navate divise da pilastri e gli unici ornamenti presenti sono delle tele settecentesche poste negli altari laterali. Sul pavimento è visible una Meridiana; all’interno della Sagrestia si trova il sacrario dedicato ai caduti della prima Guerra mondiale. Poco prima di accedere alla sagrestia troviamo la Cappella della Madonna con molti dipinti di grande pregio artistico. Di indiscusso valore, il grande organo settecentesco, col suo ricercato effetto scenografico, posto nella Cantoria, è formato da ben 2.378 canne. Doveva essere, come nella richiesta, “Ad proportionem templi”. E così è stato!