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La Sicilia, terra di accoglienza e di solidarietà, apre le braccia all’Ucraina e fa suo il suo dolore

Sono trascorse 2 settimane durante le quali il mondo è stato stravolto da una guerra insensata. Vediamo famiglie con bambini e anziani che fuggono e si ammassano in bui sotterranei, al suono delle sirene, per trascorrervi giornate e notti che, per quanto narrate, sono impossibili da immaginare. Vediamo fiumi di persone lasciare case e ricordi, fuggire da paesi e città, resi ormai scheletri senza vita dalle bombe, trascinare sacchi dove hanno raccolto le loro poche speranze e chiuso i loro sogni. Migliaia di corpi ammassati alle porte dei treni, con le mani levate al cielo. Pullman, ai confini, in capolinea improvvisati, da riempire con brandelli di famiglie per portarli oltre, fuori dal delirio, non si sa dove, non si sa come, ma si sa solo il perché. Un perché che non ha un perché!

Sono famiglie costrette a separarsi, genitori che per mettere al sicuro (sicuro è troppo forte), i più fragili, affidano i loro figli a sconosciuti, corrieri quest’ultimi di speranza, e si fidano, nonostante tutto, perchè non hanno scelta. Non c’è bambino che faccia i capricci, non c’è donna che crolli dalla stanchezza, non c’è anziano che si accasci sotto quella cappa di fumi, suoni sinistri, boati e morte. Lottano e resistono come possono mentre i loro uomini, fratelli, mariti, figli, restano per difendere e per morire. Le sirene accompagnano, come colonna sonora, questo film dell’orrore che film non è!

Foto di Stefan Keller da Pixabay

Da tutt’Italia partono iniziative di solidarietà e di aiuto per questo popolo martoriato. Un’Italia che spesso non è narrata, che non emerge nelle cronache giornaliere, un’Italia silenziosa, fatta di gente comune, semplice, di uomini, di donne e famiglie che aprono le porte di casa, offrono sostegno, mettono a disposizione mezzi ed energie per alleviare, rendere più sopportabile, che non è la parola adatta, questa lacerazione.

E anche la Sicilia si mobilita. Le iniziative di solidarietà crescono ogni giorno. Da Palermo a Messina, da Comiso e Catania fin nelle città del Trapanese, è nata una vera e propria gara di solidarietà. A Comiso, l’azienda Reiwa Engine, che studia e progetta nel campo della robotica, dell’intelligenza artificiale e degli impianti industriali, di comune accordo con l’amministrazione comunale, offre 200 posti letto, quindi vitto e alloggio e un posto di lavoro ad ingegneri ucraini che saranno ospitati all’ex base Nato con un regolare contratto di lavoro.

L’amministrazione comunale di Bagheria sostiene una raccolta di farmaci e materiali sanitari. Un autotrasportatore di Catania mette a disposizione della comunità siciliana di Sant’Egidio i suoi mezzi per aiutare i profughi ucraini, occupandosi personalmente di consegnare, tra la Romania e la Polonia, ciò che la comunità raccoglierà nelle province siciliane.

Il Belice, che ha conosciuto bene la distruzione, nella persona del presidente dell’Iacp di Trapani, ha messo a disposizione quasi 200 alloggi popolari tra Calatafimi-Segesta, Poggioreale e Salaparuta auspicando una stagione di ricostruzione tra popoli – come afferma lui stesso -“che hanno come comune denominatore i valori di pace e di libertà”. Anche Marsala ha comunicato la disponibilità di alloggi per le famiglie ucraine in fuga.

Il Rettore dell’Università di Messina apre le porte dell’Ateneo come “Un corridoio umanitario per gli studenti… Aspettiamo i primi studenti dall’Ucraina che saranno accolti presto nel nostro ateneo. Aderendo al percorso delle Università per la Pace siamo naturalmente contro ogni forma di guerra e speriamo tutto termini in tempi brevi”.

La cittadina di Monreale, invitando la comunità a segnalare disponibilità ad accogliere o a mettere a disposizione eventuali loro alloggi liberi, ha già annunciato che ospiterà una giovane donna ucraina con due figli presso una struttura ricettiva. L’Acli di Catania ha creato uno sportello di supporto psicologico per i cittadini ucraini che vivono nel territorio di Catania e provincia. Tante iniziative sono ancora in corso e si aggiungeranno a queste per alleviare e sostenere.

E ancora un episodio nel quale trionfa l’amore che non conosce confini e ripudia la guerra. Davide, affitta un pulmino a 9 posti, parte da Pachino e va a prendere la sua amata. Attraversa Italia, Austria, Repubblica Ceca, Polonia e giunge al confine con l’Ucraina. E torna in Sicilia con la sua Natalia e figli e intanto riempie il pulmino di altri profughi.

E per finire un messaggio che, con la bellezza, lancia il suo invito alla pace: la scala dei Turchi di Realmonte, in provincia di Agrigento, si colora di giallo e di blu, i colori dell’Ucraina. Colori realizzati con apposite luci che di notte danno una suggestione incredibile e vogliono esprimere solidarietà e vicinanza al popolo ucraino. Un’immagine simbolica di una bellezza straziante!

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