Enogastronomia

Giuseppe e Roberto, due fratelli siciliani conquistano l’Italia con le arance di Ribera

Il web è sicuramente un fenomeno dalle mille sfaccettature. Non sempre e non tutto ciò che circola nell’etere è da condividere e accettare. Ma quando trovi le storie, quelle del quotidiano, quelle che ti scaldano il cuore, quelle che danno speranza e infondono fiducia, si, diciamo viva il web che ci fa incontrare persone come Giuseppe e Roberto Giordano, due fratelli di Ribera, studenti universitari. Giuseppe in Agraria, Giordano in Economia e Finanza.

Non resistiamo quando leggiamo di storie così belle, così pulite, così semplici, umili ma di grande spessore. E allora abbiamo voluto sentire la loro storia e li abbiamo contattati telefonicamente. Ci risponde Giuseppe ed è subito empatia, è come parlare col nostro vicino di casa, un amico che si schermisce umilmente se lo chiami imprenditore, un ragazzo che si dichiara fortunato perché a suo favore adduce già un’azienda familiare che lavorando con il classico iter dei passaggi della filiera, giornate e stagioni di fatica c’erano ritorni risicati.

Forte della sua giovane età, delle sue competenze informatiche, Giuseppe ha aperto un sito internet attraverso il quale ha dato una svolta alla commercializzazione dei suoi prodotti. Ora la sua azienda è passata dal vendere all’ingrosso con la mediazione dei commercianti, al vendere, sia all’ingrosso che al dettaglio, ma direttamente, reperendo la clientela attraverso il loro sito.

“Noi tagliamo la filiera del grossista – ci racconta Giuseppe – con l’obiettivo di fare arrivare le nostre arance, raccolte dopo l’ordinazione, ancora profumate, direttamente sulle tavole degli italiani, evitando soste nei magazzini e nei frigoriferi” – e continua – “Non abbiamo mai avuto rapporti con la grande distribuzione, la nostra clientela oggi è distribuita un po’ in tutt’Italia, con un riscontro maggiore da Roma in su, vendiamo anche in Sardegna”. E continua il suo racconto sempre con la semplicità e l’umiltà di chi non si è montato la testa, e ci tiene a sottolinearlo – “Non mi sento un imprenditore di successo, voglio volare basso!” E ai giovani che vogliono provarci consiglia di non demordere; è difficile, ma provarci è la strada giusta!

Queste affermazioni, la sua umiltà e la sua concretezza, coniugate con la competenza che traspare dalle parole semplici e vere, ai nostri occhi lo rendono speciale, un ragazzo che consapevole delle leggi di mercato, si stupisce quasi che la gente sia disposta a pagare le arance quasi a 2.50 € al chilo. La spedizione avviene tramite cassette di 3 formati: 11 kg, 17 Kg. e 23 Kg. Sentiamo nelle sue parole l’orgoglio del suo prodotto di punta, l’arancia di Ribera, che nel nominarla, sembra quasi accarezzarla.

“Questa – ci dice – è di una tale bontà che chi la prova non ci rinuncia più!” E continua nel suo racconto Giuseppe – “I clienti hanno l’opportunità di conoscerci attraverso la nostra pagina facebook, istagram, whatsapp, di vedere dove e come lavoriamo; ed è una esperienza bellissima e molto interessante perché trasporta gli acquirenti dentro la nostra azienda, anche se virtualmente, e il cliente interagisce con noi durante tutto l’anno”.

Alla nostra domanda se ha pensato a una modalità di commercializzazione dei suoi prodotti per chi è lontano, Giuseppe si dimostra già pronto mettendo in campo sensibilità e senso pratico.- “Si abbiamo pensato a chi non può spostarsi e magari ha desiderio di sentire “vicini” amici e parenti. La nostra idea è di preparare delle confezioni di prodotti misti, tutti di nostra produzione, l’arancia per prima, qualche limone, una bottiglietta di olio, insomma una campionatura che possa essere gradita e faccia conoscere e diffondere tutti i nostri prodotti. Il cliente può commissionare il regalo e fornirci l’indirizzo del destinatario”.

Abbiamo concluso la nostra chiacchierata col giovane Giuseppe con la consapevolezza di aver parlato con una bella persona, educata, umile e capace. Un uomo di intelligenza e intraprendenza, ma con i piedi per terra. Un uomo che vuole volare basso, come ci ha detto. Ma ci ha promesso che farà volare il suo drone per farci entrare in punta di piedi a casa sua, nel suo mondo per farci conoscere quella realtà che, ieri, oggetto di fatiche e di braccia di agricoltori, oggi sposa la tecnologia e la conoscenza dei nuovi mezzi ma non vuole trascurare e perdere l’esperienza e la saggezza delle tradizioni. Bravi ragazzi!

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