All’interno dell’antica chiesa di San Pietro a Trapani, primo luogo di culto cristiano edificato nella città, secondo la tradizione, si trova uno strumento musicale unico al mondo realizzato tra il 1836 e il 1847 dal famoso organaro palermitano Francesco La Grassa, ex garzone in una bottega di falegname, che, giovanissimo scoprì la sua vocazione di organaro autodidatta.
Un gioiello sopravvissuto ai bombardamenti della seconda guerra mondiale che, il 6 aprile 1943, rasero al suolo il quartiere San Pietro cambiando per sempre il volto del centro storico di Trapani. Sette tastiere su tre consolles, 356 tasti, 43 pedali, 80 registri, che azionano 5000 canne. La sua complessa struttura interna è distribuita su tre livelli, accessibili per mezzo di strette scale. Flauti, fagotti, corni, ottoni, violini, viole, cornamuse, sono solo alcuni dei suoni che si possono riconoscere in questo maestoso e monumentale organo in grado di essere suonato contemporaneamente da tre organisti.
L’organo danneggiato dalle bombe della seconda guerra mondiale e dal terremoto del 1968, rimase in disuso per oltre mezzo secolo per essere poi restaurato alla fine degli anni Novanta e inaugurato, nel febbraio del 2003, alla presenza dell’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.