Salemi, la bellissima “città di pietra” e del pane, racconta storia e leggende intorno al suo castello
Salemi, bellissima città medievale, il cui nome, dall’ arabo “salam”, significa pace, salute, è conosciuta come la “Città dei Pani”. Essa ospita il Museo dedicato proprio al pane e non stupirà sentire la fragranza del pane appena sfornato, percorrendo il bellissimo centro storico fatto di vicoli e stradine che raccontano la loro storia e nelle quali si sente aleggiare la leggenda che ruota attorno al Cast
Salemi, la citta cui Garibaldi, issando il tricolore sulla sommità della Torre del Castello, assegnò il titolo di prima capitale d’Italia, titolo che durò solo un giorno, fu fondata, molto probabilmente, sull’antica citta elima di Halicyae, nel cuore della Valle del Belìce, tra i fiumi Mazzaro e Grande.
Sulle vie del centro storico della città si affacciano antichi palazzi che le danno il titolo di “citta di pietra” perchè realizzati con una pietra estratta dalle cave e dalle grotte situate nella vicina contrada Pizzolungo. Tale pietra viene chiamata “campanedda”, perché, quando lo scalpellino la batte, vibra e tutt’intorno si diffonde il suono di una campanella. E’una pietra unica al mondo riportata nel Registro delle Eredità Immateriali dell’UNESCO.
Il Castello Normanno-svevo di Salemi, costruito sul punto più alto della collina, nel cuore del Belìce, fatto erigere dal sovrano Federico II di Svevia, nel XIII secolo, sui ruderi di una prima fortificazione normanna, regala panorami che abbracciano tutta la Sicilia occidentale giungendo fino al mare. Si accedeva al castello, in assenza di fossato e ponte levatoio, attraverso una porta su cui calava, in caso di pericolo, una saracinesca messa in moto da carrucole che scorrevano tra due archi. Era protetto da due cinte murarie e fu sede del Castellano che aveva in custodia i prigionieri.
Il terremoto del Belìce del 1968 lo danneggiò notevolmente e rimase chiuso per tanti anni per dare corso e realizzare le necessarie opere di restauro e messa in sicurezza. Riaperto nel 2002, vi fu insediato un polo museale ed oggi è sede di molti eventi culturali.
La leggenda, che ruota intorno al Castello di Salemi, nasce da una controversia tra due fratelli e una sorella. Per stabilire chi dei tre dovesse avere il predominio sul territorio, questi avrebbe dovuto vincere una gara. Decisero di sfidarsi “a suon di castello”. Scelsero punti diversi e lontani dove far erigere, ognuno il suo castello e stabilirono che, chi avesse terminato prima la costruzione, accendendo un falò, avrebbe avvisato gli altri due della fine dei lavori per attribuirsi così, pacificamente, la vittoria.
La leggenda vuole che la sorella barasse, accendendo il falò prima del termine dei lavori. I due fratelli, ritenutisi sconfitti, interruppero i loro lavori, lasciando incompiuti i loro due castelli.
Tracce di antiche costruzioni, negli altri due punti della città, vogliono dare valore di storicità a quella che la fantasia popolare relega a leggenda.