Nasce in Sicilia la “burrata sbagliata”, la gustosa invenzione della famiglia Guddo
di Angela Badalucco
Non sempre le cose nascono per caso, per incidente o per errore. Spesso dietro a una “invenzione” c’è studio e curiosità, impegno e caparbietà, prove su prove e un pizzico di follia, quella follia sana, propria del genio. Quella voglia matta di sperimentare, di creare e perché no, di dare un significato e un sapore diverso, personale e innovativo, a quell’ordine precostituito delle cose, di tutte le cose.
Nascono così le eccellenze e la storia che vogliamo raccontarvi ne è testimonianza.
Giuseppe cresce in una famiglia che, con la pastorizia, il latte e i suoi derivati, ha avuto confidenza fin dalla nascita, da oltre 5 generazioni e, partendo dal trisavolo, giù giù fino ad arrivare a suo padre, tutti in famiglia hanno vissuto e lavorato nel ramo caseario. Adesso il papà di Giuseppe collabora ancora con un caseificio ma in famiglia i ragazzi crescono e nelle loro narici ancora veicola il profumo del latte fresco, del siero, della ricotta, dei tipici formaggi siciliani, dalla tuma al pecorino. Nasce la voglia di creare, di sperimentare con quello sguardo che non si stacca mai dal passato ma viaggia verso nuovi orizzonti.
E così mentre stanno facendo la ricotta, per uso familiare, “home made”, come con orgoglio dice Giuseppe, i due fratelli Giuseppe e Girolamo, con quel guizzo di genio e di voglia di andare oltre pensano di utilizzare questo semplice prodotto molto siciliano, per trasformare o affiancare, senza voler oscurare, al contrario esaltare, la classica burrata pugliese, genialità di Lorenzo Bianchino, casaro della masseria di Piana Padula, nell’Alta Murgia, in provincia di Barletta-Andria-Trani.
I fratelli Guddo, con il loro padre Domenico, non sono nuovi a questi esperimenti, ben riusciti, di creare prodotti innovativi, sintesi di sapori che parlano siciliano, come mozzarelle farcite con mortadella al tartufo, con olive o pomodorini ecc. Complice il lockdown, bisogna ben investire il tempo della clausura e quindi i fratelli si lanciano nella loro “creazione” con una loro burrata che chiameranno la “burrata sbagliata”.
Utilizzano lo stesso procedimento seguito nella realizzazione della burrata pugliese, cioè un involucro con la pasta di mozzarella, ma dandole un nuovo cuore. La ricotta appunto, condita con gli aromi, i prodotti e le eccellenze della nostra bella Sicilia. Alla semplice ricotta affiancano infatti, in un’esaltante sintesi di profumi e sapori, granella di pistacchio, piccante o no, oppure semi di finocchio. Un successo, una vera eccellenza, e, come dice Giuseppe, “un si pò livari di mucca” (non si può smettere di mangiarla da quanto è buona).
E la notizia più eclatante è che questo è un primato accertato e consolidato in tutta la Sicilia, forse anche nell’intero territorio nazionale.
In questo video semplice e casalingo la realizzazione dell’orgoglio della famiglia Guddo (oltre a una narrazione storica delle origini della burrata originale). Per info: guddoeventi@hotmail.com