Non tutti lo sanno, ma la “Via della Seta” un tempo era in Sicilia
Pochi sanno che anticamente l’economia di quasi tutta la Sicilia si fondava sulla produzione e lavorazione della seta, un prodotto che nessuno oggi sente più nominare e che a prima vista, non ha nulla a che vedere con la Sicilia. Sull’isola infatti vi erano vaste coltivazioni di alberi di gelso che consentivano l’allevamento del baco e quindi la produzione e la lavorazione della seta.

I primi a introdurre il baco da seta sull’isola furono i Bizantini; in seguito, con la conquista della Sicilia da parte degli Arabi, l’allevamento divenne una delle attività più fiorenti per l’economia del tempo. La seta Siciliana infatti era conosciuta e apprezzata in tutta Europa, al punto da avere un suo stile ben riconoscibile, detto “alla siciliana”.
All’interno delle famiglie dei contadini, tutti si occupavano della gelsicoltura, con ruoli diversi tra maschi e femmine: gli uomini si occupavano della coltivazione dei gelsi e della raccolta delle foglie, di cui una parte veniva venduta a chi non aveva alberi di gelso ma voleva lo stesso allevare i bachi, mentre le donne si occupavano di allevare i bachi da seta.
La seta non esportata veniva lavorata nelle botteghe dei filatori e dei tessitori delle tre grandi città siciliane: Messina, Palermo e Catania, dove venivano prodotte stoffe per il confezionamento di abiti pregiati e paramenti sacri.
Il terremoto del 1783 segnò l’inizio della decadenza dell’attività legata al baco da seta, anche a causa di una malattia che aveva colpito il baco, debellata soltanto nel 1874. Nel ‘900 solo alcuni centri siciliani mantennero attiva la produzione, che cessò tuttavia definitivamente nel secondo dopoguerra.
Mi piace molto conoscere tutta la storia della Sicilia e anche le due Siicilie, ho vissuto all’estero e sono molto attaccata alla nostra storia