Palermo e Monreale: la leggenda della costruzione delle cattedrali più belle del mondo
Si racconta che Guglielmo II, detto il Buono, succeduto al padre, sul trono del regno di Sicilia nel 1166, a soli dodici anni, colto da stanchezza, per ripararsi dalla calura, si fosse addormentato sotto un grande albero di carrubo, mentre era a caccia nei boschi di Monreale. In sogno gli apparve la Madonna, di cui era molto devoto, che gli rivelò il segreto di una “truvatura” (un immenso tesoro), con queste parole: “Nel luogo dove stai dormendo è nascosto il più grande tesoro del mondo: dissotterralo e costruisci un tempio in mio onore”.
A queste parole, la Vergine scomparve e Guglielmo, fiducioso del sogno rivelatore, ordinò ai suoi sudditi di sradicare il carrubo e di scavare intorno ad esso. Con grande meraviglia i sudditi portarono alla luce un tesoro in monete d’oro come mai se ne erano visti prima di allora e questo fu subito destinato alla costruzione del grande Duomo di Monreale.
La leggenda racconta che contemporaneamente Gualtiero Offamilio, arcivescovo di Palermo era occupato nella costruzione della Cattedrale di Palermo. Da notare che l’Arcivescovo Gualtiero era stato curatore di Guglielmo II fino alla piena presa del potere da parte di quest’ultimo. Il giovane re infatti aveva solo 13 anni quando salì al trono.
Per i due questa diventò subito una vera e propria sfida, con l’obiettivo di superare l’avversario in magnificenza e bellezza. Guglielmo si concentrò più sull’abbellimento interno del duomo, tappezzando le pareti della chiesa di mosaici d’oro, poiché accostava il concetto di bello all’essere umano, che fondamentalmente, secondo il suo punto di vista, doveva essere bello più nell’aspetto interiore che esteriore. Al contrario Gualtiero curò maggiormente l’aspetto esterno della cattedrale di Palermo.
Secondo la leggenda, i due restarono così colpiti dalla bellezza del progetto del rispettivo contendente, che, per la paura di una possibile sconfitta, vennero entrambi colpiti da infarto e morirono. Secondo un’altra versione della leggenda entrambi, credendo di aver perso la sfida, schiacciati dall’umiliazione, decisero di uccidersi. Epilogo tragico in entrambi i casi, quasi un assaggio dei più “moderni” amanti shakespeariani, qui uniti da un estremo e folle amore per l’arte.
Questa ovviamente è solo una leggenda, anche se curiosamente Guglielmo II e Gualtiero Offamilio morirono quasi contemporaneamente: il re, a soli 36 anni, il 18 novembre del 1189, l´arcivescovo l’anno successivo. Le loro spoglie furono tumulate e riposano ancora oggi nelle rispettive splendide cattedrali.