In viaggio alla scoperta della Sicilia Occidentale attraverso le eccellenze della cucina trapanese
Siamo convinti, anzi siamo certi, che una vacanza alla scoperta dell’essenza vera della Sicilia, con le sue bellezze paesaggistiche e naturalistiche, le spiagge e i monti dell’entroterra, le grandi e affollate città d’arte e i piccoli borghi, non può essere davvero completa e autentica, se non si fa l’esperienza di immergersi totalmente nella cultura gastronomica del luogo facendosi trasportare e conquistare dagli odori e dai sapori propri del territorio.
E’ a tavola, infatti, che si esprime il connubio tra il territorio e l’uomo, è a tavola che le eccellenze del territorio danno il meglio, affiorano tradizioni antiche che si intrecciano e si ammantano di figure e storie mitologiche. A tavola passa la storia, si scoprono le culture dei popoli che per millenni hanno dominato la Sicilia facendone una delle isole più belle e più ricche del mediterraneo.
Se dunque vi trovate in vacanza in Sicilia, se veramente volete tuffarvi nei suoi punti di eccellenza che confluiscono nel cibo, non potete non prendere nota di questo vademecum che vi farà da guida nella ricerca delle specialità gastronomiche che non potete non assaggiare.
Stiamo per fornirvi delle dritte sui luoghi, angoli, botteghe, dove gustare i migliori cibi tradizionali, in un viaggio ideale da Trapani fino a San Vito Lo Capo passando per Erice e Custonaci, luoghi di cui abbiamo maggiore conoscenza.
Iniziamo questo cammino con una passeggiata a Trapani. Le viuzze del centro storico, adagiato su una lingua di terra che divide il Mediterraneo dal Tirreno, sono caratterizzate da palazzi barocchi e scorci in cui archi e antiche mura si aprono sul turchese del mare che abbraccia la città, regalando calette e piccole spiagge di sabbia e sassi, appena prospicienti le assolate finestre delle abitazioni.
Descrivere lo spettacolo a parole non è proprio facile, specialmente se si aggiunge il fatto che lungo le vie si trovano tantissimi ristoranti, rustiche trattorie e piccole botteghe di generi alimentari che inebriano il percorso degli odori della cucina di questo territorio. Principe indiscusso è il pesce che ogni mattina arriva nel vicino porto peschereccio e, che in questi caratteristici locali, viene preparato in tutte le salse. Se vi sedete a ordinare, cosa che vi consigliamo vivamente, non potete non assaggiare il tradizionale cous cous di pesce e le busiate, tipico formato di pasta della zona, con il pesto alla trapanese, magari accompagnate con delle sarde o minnule arrostiste.
Altra tappa imperdibile è Erice, un sito di una bellezza straordinaria. Antica città fenicia e greca, arroccata a 751 m. di altezza, famosa in tutto il mondo per il suo incantevole borgo medievale, i paesaggi mozzafiato, le botteghe di artigianato tipico. Un’esperienza che vi suggeriamo di fare è la visita, al tramonto, ai giardini del balio. Posto sulla parte più alta del borgo, all’ombra dell’antico castello normanno. Da li si può godere di uno dei panorami più belli e spettacolari di tutta la Sicilia. La vista spazia a 360° sulle fertili colline dell’entroterra, coltivate a grano e a vite, sulle saline trapanesi e le vicine isole Egadi, colorate d’oro, durante i caldi tramonti estivi, fino al golfo di Bonagia con l’imponente monte Cofano che con le sue guglie dolomitiche si erge prepotente sull’azzurro intenso dell’acqua.
D’obbligo è la visita ai piccoli laboratori di pasticceria, eredi degli antichi conventi di clausura, dove potrete trovare il meglio della pasticceria siciliana, come la frutta di Martorana, i torroni, le cassate di ricotta, i buccellati e dulcis in fundo le genovesi ericine, dolce tipico della cittadina medievale.
Scesi dal monte, seguendo la statale, in direzione di San Vito Lo Capo, incontrerete il grazioso paesino di Custonaci, noto in tutto il mondo per la produzione del perlato di Sicilia, una pregiata qualità di marmo di colore avorio estratta dalle cave del luogo. Alla sommità della collinetta su cui si adagia, come in un presepe, il paese, svetta il Santuario dedicato a Maria Santissima di Custonaci al cui interno è venerata un’antica tavola ad olio raffigurante la Vergine in procinto di allattare il bambino che, oltre ad essere la patrona dell’omonimo paesino, è anche la patrona di tutto l’Agro ericino. Con le sue acque cristalline e un paesaggio circostante a tratti selvaggio e incontaminato, vi sorprenderà piacevolmente la splendida baia di Cornino e il suo caratteristico borgo marinaro.
Il consiglio che vi diamo è quello di fermarvi in uno dei ristorantini del borgo, qui si preparano delle ottime cassatelle, dei ravioli di ricotta freschissima, sia nella versione dolce (fritta) che nella versione salata (in brodo). Vi garantiamo che conquisteranno piacevolmente il vostro palato! Molto caratteristica, nella versione salata della cassatella è la tecnica di chiusura chiamata in dialetto locale “pigghia e punci”, ovvero prendi e pungi. Questa chiusura, data da sapienti e precisi movimenti delle dita, dà alla cassatella la tipica bordatura a treccia che le conferisce una consistenza più corposa e particolare.
Continuando il viaggio, sempre in direzione di San Vito Lo Capo, incontrerete la piccolissima frazione di Purgatorio, strano nome vero? Ci credete se vi diciamo che qui fanno dei cannoli paradisiaci? Lungo la strada incontrerete un bar; è l’unico della frazione, fermatevi ad assaggiarli, Giusy la proprietaria, li prepara in maniera artigianale in tre misure diverse, piccolo, medio e grande, se non avete problemi di linea, e si sa, in vacanza non si bada alla dieta, prendete senza esitazione quello più grande!
Alla fine della statale giungerete a San Vito Lo Capo, una delle più rinomate mete turistiche siciliane, conosciuta in tutto il mondo per la sua splendida spiaggia caraibica, considerata una delle più belle d’Italia. La sabbia bianca bagnata dalle acque cristalline che tendono a sfumare sul blu verso il largo, si estende per circa 3km di costa, fondendosi con la fitta vegetazione, con le viuzze del borgo ornate di fiori profumati e con le basse case bianche che ogni anno accolgono migliaia di turisti e visitatori provenienti da ogni parte del mondo.
Seduti al bar, tra un tuffo e l’altro, fatevi servire un “Caldo Freddo”, la specialità che dal 1950 caratterizza la pasticceria del posto. A dargli il nome è l’unione di ingredienti caldi e freddi: un morbido strato di pan di spagna, dell’ottimo gelato, dell’abbondante panna e della cioccolata calda. Un dessert particolare, buonissimo, goloso e dal “sapore” estivo servito in piccole e coloratissime ciotole in ceramica, frutto delle sapienti e valenti mani degli artigiani ericini.