Cultura

Gibellina, il teatro incompiuto di Consagra diventerà un Hub di ricerca e sperimentazione scientifica e culturale

Avrebbe dovuto essere un’opera di Architettura Frontale, un teatro aperto al territorio, una scultura vivente e abitabile, con piani curvi e continui, che comunicasse compattezza, ma il progetto non fu mai completato. Stiamo parlando del Teatro di Gibellina, i cui lavori furono avviati da Pietro Consagra nel 1989, più di vent’anni dopo il terremoto che distrusse il Belìce, e mai completati.

Teatro di Gibellina – Foto Ansa.it

Nei giorni in cui cade il 54/o anniversario del sisma e a 33 anni dall’inizio dei lavori, qualcosa sembra finalmente muoversi, è stata infatti ammessa al bando che finanzia interventi di riqualificazione del territorio del Ministero per il Sud, l’idea progettuale che regalerà una nuova vita al teatro incompiuto di Pietro Consagra trasformandolo nel ConsagraInnovationHub.

Un progetto enorme, legato al territorio e che proprio sulla Valle del Belìce avrebbe una ricaduta importante in termini di lavoro, impegno, innovazione e rinascita; prevede un investimento di 65 milioni di euro e mira a trasformare il Teatro in incubatore e aggregatore di energie, interventi di ricerca e potenziamento del capitale umano, sostegno ai giovani ricercatori, servizi alle imprese che decideranno di insediarsi nell’area ZES del Comune di Gibellina.

“E solo l’inizio di una grande scommessa per completare finalmente una grande incompiuta e restituire alla sua giusta fruizione uno dei più importanti interventi al mondo di architettura frontale realizzata da Pietro Consagra, – afferma il sindaco di Gibellina, Salvatore Sutera. – Sarà un grande gioco di squadra, che mette in campo eccellenze progettuali: guardo avanti con fiducia, sperando che questo progetto possa realizzarsi; lo proporremo comunque come priorità nelle svariate misure attivate dal nuovo Pnrr”.

Al progetto stanno lavorando importanti partner, con capofila il Parco scientifico e tecnologico della Sicilia. Ogni partner coinvolto potrà dar vita a proprie attività: centri di ricerca, sperimentazione e trasferimento di metodologie tecnologiche, laboratori di ricerca applicata in ambito ITC per la valorizzazione dei beni culturali, una sala per conferenze e teatro attrezzata con traduzione in simultanea, aree dedicate all’Alta formazione (ITS e universitaria), aree di servizio (uffici amministrativi, Server Farm o Data Center), un incubatore di imprese ICT per la valorizzazione dei beni culturali.

Un altro passo di Gibellina verso un sistema che punta sulla restituzione di bellezza al territorio belicino, senza dimenticare la sua naturale vocazione ad attirare flussi turistici: a luglio scorso la riapertura del MAC, il museo intitolato a Ludovico Corrao, ha già attirato migliaia di visitatori. 

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