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La Riserva Naturale di Isola delle Femmine, delizioso borgo marinaro tra storia e leggende

L’antica borgata, che sorgeva nel territorio dell’odierna Capaci, in provincia di Palermo, era denominata Tonnara ed era nata come agglomerato di case per i pescatori dediti alla pesca del tonno. Successivamente per contese di appartenenza, nella seconda metà del 1800, questa si staccò diventando autonoma.

Isola delle femmine – Foto di Elesi – Shutterstock

Circa l’origine del nome che assunse, “Isola delle Femmine”, si intrecciano varie ipotesi e qui la storia e le leggende si fondono, si sovrappogono e si confondono lasciando quell’aria sospesa tra il reale e il misterioso.

Di sicuro si sa che la città prende il nome dalla presenza dell’isolotto, disabitato, cui venne aggiunto l’espressione delle Femmine. Prima ipotesi lega questo nome alla pronuncia e successiva italianizzazione del nome del governatore bizantino Eufemio. In precedenza, īnsula Euphēmī, in siciliano Fimu (o Fimi) e poi fìmmini. Altra ipotesi fa derivare il termine dall’arabo فَم (“fam“) per descrivere lo stretto canale che separa l’isola dalla costa.

Non mancano le tante leggende che ruotano intorno alla definizione “delle femmine”. Si narra che, tredici donne turche, ritenute colpevoli di qualcosa di grave dai loro parenti, siano state imbarcate e affidate al mare alla deriva, senza marinaio e che, dopo giorni e giorni in balìa dei venti e delle onde, furono sbattute su un isolotto nella baia di Carini dove vissero per sette anni finchè, i parenti, pentiti, andarono a “recuperarle” e le portarono sulla terraferma dove si stabilirono anche loro, chiamando quella terra Capaci perchè qui (Cca in dialetto), avevano fatto pace con le loro donne e chiamarono quell’isolotto di fronte “Isola delle Femmine”.

Altra leggenda vuole avvalersi della testimonianza di Plinio il Giovane che, in una lettera indirizzata a Traiano, considera l’isola residenza, o meglio, penitenziario di sole donne. Nessun reperto archeologico ha mai suffragato tale ipotesi.

Ad Isola delle Femmine vi sono due torri di avvistamento che facevano parte del sistema di avviso delle torri costiere della Sicilia. Quella sulla terraferma, detta Torre di dentro, è sicuramente la più antica, con pianta circolare, mentre la Torre di fuori, sull’isolotto, ha pianta quadrata. Di tale torre oggi rimane solo un rudere.

Oggi l’isolotto è una riserva naturale orientata gestita dalla LIPU. Ci sono molte specie di piante, alcune proprie dell’isola. La fauna è costituita da specie stanziali e molte migratorie che vi sostano a lungo perchè indisturbate. Il mare tutt’intorno è il paradiso dei sub e ospita, nei suoi fondali, parecchi reperti archeologici.

L’Isola delle Femmine è una meta turistica molto apprezzata da chi rifugge dal troppo clamore e cerca spiagge belle, mare pulito e splendide calette. Bello il mare e altrettanto bello il piccolo borgo marinaro col suo porticciolo dove, al mattino, al rientro delle barche dei pescatori, si assiste al rito della vendita diretta del pesce.

Patrono di questo gioiello, con il suo centro storico, le sue botteghe artigiane e la chiesa Madre, è San Pietro e qui, ogni anno, il 29 Giugno viene celebrato l’antico legame tra i pescatori e il loro Santo protettore.

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