A Betlemme il bue e l’asinello non c’erano; finirono nel presepe per un errore di traduzione
Il presepe si arricchisce ogni anno di personaggi, persino legati all’attualità, e Napoli con i suoi presepisti è in cima a quest’arte creativa. Tra i personaggi che invece fanno parte del presepe fin da quando San Francesco lo volle rappresentare, nel 1223, oltre a Maria, Giuseppe e a Gesù bambino, ci sono il bue e l’asinello che, nella rappresentazione, devono scaldare il neonato. In nessuno dei Vangeli canonici però si trova traccia dei due animali, come lo stesso papa emerito, Benedetto XVI, ha fatto notare nel suo libro de “L’infanzia di Gesù”.
Infatti il bue e l’asinello sono arrivati nella tradizione cattolica da uno dei vangeli apocrifi, cioè non riconosciuti dalla Chiesa, famosi perché contengono molti aneddoti sull’infanzia di Gesù. I due animali nascono da un errore di traduzione e di trascrizione dall’ebraico al greco e successivamente al latino.
L’autore del vangelo apocrifo applica una profezia dell’Antico Testamento, del profeta Abacuc, dove viene detto che c’è qualcuno “in mezzo a due età”. La frase, per un banalissimo errore di traduzione, divenne “in mezzo a due animali”, e così nacque la leggenda che si perpetuò da allora sino al Medio Evo e fino ai nostri giorni.