Il presepe, con le sue origini e il suo significato, simbolo di speranza e rinascita, nasce per ricordare la venuta al mondo di Gesù. Usanza, inizialmente tutta italiana, quella di allestire un presepe nelle case, durante il periodo natalizio. Tradizione che si è rafforzata nel tempo diventando un’arte, dove ai protagonisti canonici di questa bella storia, Maria, Giuseppe e il Bambinello, oltre al bue e all’asinello che già erano nella stalla, (PRAE-SAEPES =mangiatoia chiusa) si sono aggiunti nel tempo altri personaggi, dapprima pastori con le loro greggi, poi contadini, lavandaie e tutto un mondo di umili devoti che omaggiavano il Bambin Gesù.
I presepi nel tempo e nelle mode diventarono momenti di aggregazione, di condivisione, momenti creativi, di confronto e di eventi, di sfide, sempre nel rispetto del profondo significato di raccoglimento, di inclusione, di partecipazione, di ricordo del sacrificio della venuta al mondo di Gesù Cristo, ma con un alone e una carica di grande significato umano.
Succede così che 4 ragazzi, poco più che bambini, come loro stessi si definiscono, (un po’ come i “quattro amici al bar che volevano cambiare il mondo”), si misero insieme nel lontano 2010, giusto 11 anni fa, per creare un presepe, in un piccolo paese come Blufi, nell’entroterra palermitano, in territorio Madonita, con meno di 1000 abitanti. Paesino poco noto in quasi tutta la Sicilia e magari anche a chi abita nei paraggi. I 4 ragazzi oggi sono cresciuti sia negli anni che nel numero; oggi sono un grande gruppo di 20 persone, una vera famiglia, in cui si progetta, si discute, si litiga, si avanzano proposte per creare sempre nuove cose e in cui grandi e piccini imparano a stare insieme, a collaborare, a costruire. Quel piccolo progetto oggi è diventato un “Presepe Artistico Meccanico” ed è approdato alla cronaca nazionale attraverso i canali Rai.
“Il Presepe per noi significa provare esperienze assolutamente nuove, significa anche iniziare a prendersi alcune responsabilità ed avere a che fare con delle scadenze ben precise. Per noi il Presepe è una buona “palestra” prima di tuffarci nel mondo del lavoro. Il Presepe è avere un impegno per molti mesi l’anno in una comunità che offre poco impegnando il proprio tempo in un’attività socialmente utile al fine di accrescere il patrimonio artistico della stessa”.
Questo dichiarano i ragazzi che con grande senso della comunità, con amore per il territorio, con senso di responsabilità e con buoni sentimenti, hanno fatto crescere anno dopo anno quello che è partito come un gioco da ragazzi. Oggi Il presepe di Blufi incanta i suoi numerosi visitatori non solo per la sua grandezza, ma anche per la perfezione artistica; ogni pezzo è realizzato a mano dopo mesi di progettazione, costruzione e assemblaggio. Ci sono più di 70 personaggi in movimento, che rappresentano vari mestieri. Le ambientazioni sono realizzate con la pietra reperibile nel territorio così pure con pezzi di legno, muschio e sabbia, oltre che con materiali di riciclo.
Purtroppo la pandemia quest’ anno ha frenato le attività ma non l’entusiasmo. Perché quando ci sono le passioni si fa fatica a contenerle e, allora, nel dubbio “Presepe si Presepe no”, i 20 fuoriclasse ne hanno inventata un’altra chiamata PRESEPE @ HOME, un concorso evento con un regolamento attraverso il quale gli abitanti del territorio madonita, da soli o in gruppo potevano partecipare al concorso allestendo un presepe nella propria abitazione, fare le foto e inviarne non più di 5 al gruppo proponente con allegati i dati identificativi e la descrizione del percorso di realizzazione, materiali e strategie messe in opera nella realizzazione del presepe. Tutta la documentazione fotografica sarebbe stata oggetto di valutazione sulla pagina Facebook “Presepe Blufi” nell’apposito album e, attraverso le votazioni, sarebbe stato proclamato un vincitore.
Questa esperienza esemplare la dice lunga su come non devono le cose venire da noi. Noi dobbiamo avere voglia di crearle. E se c’è passione e lo spirito di comunità, questo è un bell’esempio che nei piccoli paesi può nascere in un oratorio, in una ludoteca o in biblioteca, o appunto come in questo caso da quattro amici. Ecco come far diventare grande un paesino piccolo, poco conosciuto, orgoglio di giovani che non hanno ceduto alla noia ma hanno messo in moto la loro voglia di essere protagonisti. Forza ragazzi, siete grandi! Forza BLUFI!