A Capo Milazzo, Messina, un Santuario scavato nella roccia, dedicato a Sant’Antonio da Padova
A Capo Milazzo, in provincia di Messina, si trova, un santuario molto suggestivo a strapiombo sul mare, scavato nella roccia, antico rifugio per santi, e pescatori. Si tratta del Santuario dedicato a Sant’Antonio da Padova. Questo luogo magico, immerso nella natura, con un panorama incredibile intorno, che spazia dal promontorio di Capo Milazzo con il Monte Trino e si allarga su tutta la baia, sui monti Nebrodi e sulla costa dell’isola, conquista subito per la sua bellezza semplice, di impatto immediato. In questo lembo di costa sottostante il promontorio, solo i pescatori di Milazzo possono andare; le imbarcazioni di diporto non possono avvicinarsi, per non turbare questo delicato ecosistema che fa parte di un’area marina protetta.
A questo santuario si lega la storia di un missionario portoghese, Fernando Martins de Bulhões, nato a Lisbona nell’agosto del 1195 da una famiglia benestante, che ben presto, scelse di entrare nell’Ordine Francescano, facendosi chiamare Antonio, come un monaco orientale.
Il missionario portoghese, che poi diventerà Sant’Antonio da Padova, nel 1221, viaggiava su una nave proveniente dall’Africa e diretta a Lisbona. A causa di una violenta tempesta, l’imbarcazione dovette cambiare rotta, riparando a Capo Milazzo. Qui il missionario trovò rifugio in una grotta naturale e vi rimase per qualche giorno pregando e aiutando i pescatori per quel che poteva. Infatti le grotte di questo promontorio erano destinate al riparo degli attrezzi e al riposo dei pescatori che lavoravano in una tonnara proprio ai piedi della roccia.
Qualche tempo dopo, nel 1232, questa grotta fu sistemata da un eremita che la trasformò in un luogo di preghiere, mettendovi un’immagine del Santo morto il 13 giugno 1231. Dobbiamo arrivare al 1575, anno in cui la grotta assunse l’aspetto di chiesa. Fu la nobile famiglia messinese dei Guerrera che fece costruire il Santuario proprio là dove, molto tempo prima, Antonio da Padova si era rifugiato a causa del naufragio. Il Santuario fu costruito intorno alla grotta naturale togliendo spazio alla roccia viva del promontorio e diventando una chiesa sempre più bella e ricca di marmi antichi che si alternano alla roccia naturale, creando una struttura di una bellezza unica.
Questa semplicità in un posto così particolare infonde un grande senso di pace ed è luogo di pellegrinaggi e di devozione. Chi arriva qui, attraverso una comoda scala che parte dalla piazza principale di Capo Milazzo, resta in silenzio, vinto dallo stupore e dall’emozione. Il santuario è meta continua di fedeli specialmente il 13 giugno, giorno della morte del Santo.
All’interno del Santuario sono custoditi alcuni medaglioni in marmo a ricordare i miracoli fatti da Sant’Antonio. L’altare maggiore è realizzato con prezioso marmo finemente intarsiato e al suo lato si trova, ancora intatta, una piccola nicchia dove il Santo si raccoglieva a celebrare messa. C’è ancora un altro altare con una copia di una tela che mostra la Madonna della Provvidenza, nell’atto di portare, con i suoi quattro angeli, viveri alla popolazione. Questa copia sostituisce, purtroppo, l’originale rubata negli anni Novanta.
La Sicilia, nel cuore del mediterraneo, è stata sempre terra di conquiste, passaggi e approdi. Tempeste e naufragi hanno contribuito ad arricchire la storia e la fantasia dei popoli siciliani portandoli a costruire luoghi di culto, affidando i loro destini e le loro vite alle preghiere, cercando conforto e rifugio nei miti e nelle leggende che hanno lasciato un contributo profondo nella storia, non solo dell’isola, ma dell’umanità.