Tradizioni

A Blufi, nel cuore delle Madonie, uno dei più belli e grandi Presepi Artistici della Sicilia

Natività, presepe artistico meccanico di Blufi

Dopo due anni difficili causati dalla pandemia e dalle norme di sicurezza messe in atto per contrastare il diffondersi della stessa, quest’anno, a Blufi, si torna a respirare aria di festa e si torna alla normalità. Per la festa dell’Immacolata, si è dato il via all’esposizione della 12esima edizione del magnifico Presepe Artistico Meccanico che resterà esposto fino al 6 Gennaio 2022, con tante sorprese e novità in serbo.

Quella del “Presepe Artistico Meccanico”, allestito a Blufi, paesino di poco più di mille anime, in provincia di Palermo, è una tradizione che nasce dalla curiosità, dalla passione, dalla creatività, intraprendenza e amicizia di 4 amici. Tutto comincia 11 anni fa. Quattro ragazzi poco più che adolescenti, dopo aver respirato quell’aria natalizia, quell’atmosfera di festa, quella passione per gli allestimenti del presepe, in famiglia, decidono di mettere insieme le loro idee e di creare qualcosa di bello, di particolare, tutto loro, da condividere, far conoscere e quindi da esporre.

Il primo luogo deputato ad accogliere la loro prima modesta “creatura” è stata la casa Canonica vicina alla Chiesa Madre; crescendo, l’anno successivo, il presepe fu esposto all’interno della stessa Chiesa e, come succede in questi casi, è stato tale e tanto l’entusiasmo che, dal terzo anno, diventando sempre più grande, è arrivato ad occupare uno spazio di circa 70 mq, e “si è spostato” direttamente nella Casa Canonica di Via Indipendenza, a Blufi, dove si trova tutt’ora.

Quei 4 amici, dal lontano 2010, sono cresciuti di numero e adesso sono 20; tra loro sono presenti ragazzi di tutte le età, il che significa che ogni anno si rinnovano le idee, si moltiplicano gli entusiasmi, si porta linfa nuova e si garantisce soprattutto la continuità. Il presepe di Blufi è strettamente ancorato al territorio. In esso si rappresentano scorci madoniti e tra questi trova spazio la natività.

Tutta la ricostruzione degli ambienti è frutto della manualità dei ragazzi, della ricognizione ambientale, della ricerca di pietre nei terreni adiacenti, di sugheri recuperati nei sughereti di Castelbuono, di scarti di falegnameria, offerti gentilmente e utilizzati per le parti in legno. Fondamentale l’uso dell’argilla per creare i coppi, argilla raccolta sulle rive del fiume Imera. Altro elemento usato è il polistirene che consente di creare particolari oggetti che altrimenti non si potrebbero avere.

L’allestimento del presepe a Blufi ha un grande significato sociale, investe energie, tiene unita la comunità, crea opportunità e turismo ma soprattutto mantiene vive le tradizioni. I ragazzi sono così contenti del loro lavoro che ogni anno si ingegnano e si impegnano a superarsi. Non c’è mai ripetitività, quello dell’anno successivo sarà già diverso perché la creatività genera creatività, le idee si moltiplicano, si rafforza lo spirito di collaborazione e di emulazione con se stessi. Ogni anno si superano ed è uno splendido esercizio di comunione, di collaborazione e di sfida.

Non ci sono periodi di pausa e, anche se il lavoro vero e proprio, la messa in opera, si consuma in quattro/cinque mesi circa, la creazione, la raccolta di idee, i progetti, l’entusiasmo parte a mille già il giorno stesso in cui si ritira il presepe dall’esposizione, con la pronuncia della fatidica frase…”l’anno prossimo, però, faremo…”. E’così che si rende grande un piccolo paese, è così che vive una bella comunità che si raccoglie e si riconosce in un progetto diventato il progetto-evento di tutti, che ogni anno viene accolto con gioia e con grandi aspettative.

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