Natura incontaminata unita al fascino del passato: l’antica Tonnara del Secco di S. Vito Lo Capo
Il territorio di San Vito Lo Capo, oltre alla bellezza delle spiagge e dei luoghi circostanti, è legato anche alla storia dell’antica Tonnara del Secco, sita a circa 3 km dal centro del paese. Dal 1969 le reti qui non vengono più calate. Chiunque visiti questo luogo rimane incantato dal fascino dell’antica tonnara e dalle storie dei pescatori che ricordano e raccontano le modalità di svolgimento delle “mattanze”. I grossi tonni venivano catturati con delle reti calate a pochi metri dalla riva. Il tutto avveniva in primavera, periodo in cui i tonni attraversavano le acque del golfo di Castellammare per la riproduzione.
Oggi è possibile ammirare le varie strutture e gli immobili appartenenti all’antica tonnara, ma non solo. Sono state infatti individuate numerose vasche per la lavorazione del pesce, più di 15. Questi antichissimi impianti, rivestiti di cocciopesto, sono visibili sul lato nord-nordest della tonnara. Numerose, dunque, le vasche e tutte di piccole dimensioni. Si può ipotizzare che in queste vasche vi si lavorassero diverse varietà di pescato. Inoltre, il ritrovamento di frammenti di anfore antiche nel sito (diversi i resti di anfore puniche) permetterebbe di far risalire lo stabilimento al IV-III secolo a.C. Tutti questi elementi e dati ci consentono di considerare l’area della Tonnara del Secco come un importante e vivace centro di produzione di ambiente punico.
La conquista romana (II-I secolo a.C.) potrebbe aver causato un rallentamento della produzione dello stabilimento, come testimonia la scarsa quantità di anfore vinarie di quel periodo. Numerose, invece, le anfore del tipo tripolitano I e II rinvenute, che indicano probabilmente una ripresa della produzione nel II secolo d.C. Tra alti e bassi, la produzione dell’impianto continuò fino al periodo della dominazione berbera, X secolo d.C.
Di seguito delle bellissime immagini, dall’alto, della tonnara in un video postato su Youtube da Francesco Monacò.
Fonte bibliografica: Tusa S., Arte e Storia nei Mari di Sicilia, p.252, Magnus Edizioni Srl, Udine (Italy) 2010