Màkari affascina e chiude col botto: 4.386.000 spettatori per l’ultima puntata della terza serie
Si conclude, felicemente, come nelle migliori fictions, l’ultima puntata della terza stagione di Màkari che tanto lustro ha dato a questa parte della Sicilia Occidentale che vanta uno tra i panorami paesaggistici più belli della nostra amata isola. L’ultima puntata della terza e avvincente serie è stata vista da 4.386.000 spettatori pari al 24.1% di share, attestandosi come il programma più visto della serata.
Le vicende, che danno spazio all’estro investigativo di Saverio Lamanna, nascono e si sviluppano all’interno di una S.P.A. Tutto inizia alla cassa del supermercato, al momento di pagare la spesa, dove Saverio e Piccionello si ritrovano vincitori di un soggiorno ristoratore in questa oasi termale che promette, per la presenza di un’acqua particolare, elisir di lunga vita.
Si dice infatti che quello è il paese dei centenari e che ciò è dovuto alle proprietà dell’acqua sulfurea presente nella zona, acqua che “allunga la vita”. Qui si istaurano rapporti quasi familiari che favoriscono amicizie, interazioni e dove non vengono a mancare mai siparietti esilaranti da parte di Piccionello che lotta tra la sua fame atavica e le restrizioni alimentari, imposte nell’oasi della salute.
Non mancano intrighi dentro e fuori. Incomprensioni, malintesi e malumori tra Saverio e Suleima sono il sottofondo di tutta la vicenda. Suleima infatti aveva lasciato Lamanna nella puntata precedente ma, per un complotto a fin di bene, tra Piccionello e la sua bella fidanzata Azrah, si ritrova nella stessa S.P.A. e, come si dice, la carne è debole e l’amore, che tra i due non è mai finito, li fa ritrovare per una notte di passione.
Immancabile l’episodio che dà il via alle ipotesi investigative di Saverio. Un tentato omicidio fa partire le indagini che, nonostante la conclusione-incidente, cui arriva velocemente il vice-questore Randone, mettono in moto la solita squadra che scopre una serie di intrighi, truffe, scandali e omertà che nascondono la vera storia dell’acqua della salute.
A fare da cornice alla vicenda del giallo, fuori da questo luogo del benessere, le manovre dell’ex di Suleima, il “pennellone mangiainsalata” come l’aveva chiamato Saverio, Giulio che fa di tutto per portare Suleima dalla sua parte cavalcando gli equivoci e facendo leva sulla gelosia che apparentemente inchioda Saverio come infedele. Infatti le protuberanze, come spesso si definiscono, le corna cioè, aleggiano da più settori, sin dalla prima puntata, con la comparsa di ex da ogni parte e, non ultima, con la presenza, piena di aspettative, pronta a cogliere l’occasione o a crearla, della collega Michela.
La vittima del tentato omicidio, nel frattempo è deceduta ed era già stato trovato il più accreditato colpevole quando la morte della giovane ospite, sposatasi alle terme, mette allo scoperto un’amara vicenda fatta di trascuratezza, sottovalutazione della malattia che ha portato alla tragica e funerea fine della ragazza.
Si apre così l’ultimo capitolo che, il solerte Saverio, ha saputo “leggere” bene e che gli ha permesso di giungere al vero movente e al colpevole dell’omicidio. Non ci sono scene cruente, non ci sono condanne morali nell’omcidio, anzi un’umana compassione verso il giovane marito che si è lasciato travolgere dal dolore. Una suspense ben articolata che giunge proprio fino alla fine, magistralmente interpretata dagli attori tutti.
Quelli che rimangono e quelli che escono di scena come il povero e illuso Giulio che nulla può contro l’amore, contro quel paesaggio, quel mare che inchioda a rimanere, e dove si conclude la vicenda a “suon di cassatelle” per mano di Piccionello che rappresenta la leggerezza e la profondità, doti, forse le più radicate, nell’animo siciliano.