Archeologia

L’antica torre d’avvistamento nella ricca terra di Nubia

di Sergio Pace

Antica, ricca e fertile. Queste le peculiarità del territorio di Nubia, che si affaccia sul Mar Mediterraneo e da cui si gode di un panorama mozzafiato sulle isole Egadi e sul porto di Trapani. Qui gli Arabi, sbarcati a Capo Granitola nell’827 e dando avvio alla conquista Aghlabide della Sicilia, introdussero le loro pratiche colturali ed esperienze agricole, trasformandone l’aspetto paesaggistico (orti, agrumeti, frutteti).

Torre di Nubia – Foto di CustonaciWeb

Oggi l’area è caratterizzata dalla presenza delle saline e dei mulini a vento che vanno ad arricchire ancor di più questo meraviglioso angolo di terra. Presso la salina Culcasi, che fa parte della Riserva Naturale Orientata delle Saline di Trapani e Paceco, si trova la torre di Nubia, costruita nel Cinquecento e ristrutturata sul finire dello stesso secolo dall’architetto toscano Camillo Camilliani. Si sa che la torre esisteva già dal 1557 e doveva sorgere sui resti di un antico “manzil”, un piccolo casale arabo. 

Va da sé che il sito scelto per la costruzione della torre era ritenuto strategico ed adatto per la supervisione ed il controllo di un territorio molto vasto, dal porto di Trapani al litorale, alle saline, alle campagne. E’ bene puntualizzare però che la torre, in origine, era probabilmente usata per l’avvistamento di tonni all’interno di una tonnara. Sappiamo infatti dagli “Acta” del Senato di Trapani che in quell’area doveva trovarsi una tonnara, denominata di Raisi Debbi, ancora esistente alla fine del XVI secolo. In più abbiamo anche la notizia della richiesta di autorizzazione per calare la tonnara del 1557, anche se poi questa fu concessa solo tre anni dopo (1560).

Da questo momento in poi la torre fu integrata nel sistema difensivo di avvistamento e di controllo per arginare le sempre più frequenti incursioni dei corsari barbareschi. I progetti di costruzione delle torri interessarono diversi architetti ed ingegneri militari, tra questi: Antonio Ferramolino da Bergamo; Spannocchi; il Porcellana; Camillo Camilliani. Proprio quest’ultimo diede un’impronta significativa alla tipologia costruttiva delle torri grazie alle sue indicazioni progettuali, collaborando, per quanto riguarda le varie fasi di lavoro e di ricognizione, con la Deputazione del Regno di Sicilia, organo amministrativo che si occupava della gestione delle torri costiere.

Questa ne aveva in gestione più di 40, tra le quali rientrano quelle di Nubia appunto, affidata al principe di Paceco e quella di Alcagrossa o Marausa. La torre di Nubia, di tipo cammilliano a base quadrata, venne restaurata, modificata e completata sotto il governo di Francisco di Lemos, conte di Castro in Galizia, vicerè di Sicilia dal 1616 al 1622. La torre presenta le tipologie costruttive del Camilliani: torrione a base quadrangolare; due piani comunicanti (un terzo piano è stato realizzato in epoca recente).

Torre di Nubia – Foto di CustonaciWeb

Nel piano terra si trovavano le cisterne, mentre il primo piano era deputato all’alloggio delle vedette. L’artiglieria era posizionata sulla terrazza. Il personale di vedetta era solitamente formato da tre elementi: un caporale e due soldati, ovvero i torrari. La torre oggi, alta circa 14 metri, presenta inoltre una scalinata esterna in muratura e nella soffitta del secondo piano vi si trova una botola che permette, attraverso una scala, l’entrata alla terrazza. Si tratta di un bene architettonico e storico situato in un contesto paesaggistico tra i più incantevoli del Mediterraneo.

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