Lampione, il più piccolo isolotto dell’Area Marina Protetta delle Pelagie, paradiso degli squali grigi
Non poteva sottrarsi, Lampione, alle leggende di Ciclopi che scagliano massi nel mare come fossero granelli di sabbia. Qui nessuna vendetta né veemenza. Un masso sfuggito dalle mani del Ciclope e catapultato nel cuore pulsante di un mare che, chiamarlo paradiso, potrebbe sembrare scontato.
Uno dei mari più belli, nel cuore del Mediterraneo, dove quest’isolotto, appartenente all’arcipelago delle Pelagie, in Sicilia, “ricadente” nel comune di Lampedusa, in provincia di Agrigento, è l’ultimo lembo di terra italiana, a dieci miglia dall’isola di Lampedusa, a due bracciate dalla Tunisia. Significativo il suo nome Lampione, un isolotto disabitato dall’uomo, che prende il nome dal suo faro, a testimonianza che l’uomo è arrivato lì, ha posto a sua guardia un faro che l’illuminasse e proteggesse la navigazione, ma l’ha conservato intatto e selvaggio nella sua bellezza naturale.
E’ quell’habitat ideale dove si radunano gli squali grigi, dove si immergono curiosi e intrepidi sub, dove si pratica lo “shark watching”, dove si può arrivare se non a nuoto, solo a bordo di piccole imbarcazioni.
E’ una porzione dell’Area Marina Protetta Isole Pelagie dove, appunto, una quarantina di squali grigi, una specie innocua per l’uomo, a rischio di estinzione, ogni estate e fino ad Ottobre, ama ritrovarsi. E’ un fenomeno molto raro tanto da essere oggetto di studi da parte di ricercatori dell’Università di Palermo che, con costanza, determinazione, curiosità, ma soprattutto per garantirne la salvaguardia, hanno filmato nel loro ambiente naturale, documentandone il comportamento e le interazioni con i subacquei.
Si ritiene, come ipotesi più plausibile, che Lampione sia una tappa di sosta privilegiata, sulla rotta di migrazione, perché questi splendidi esemplari trovano lì la temperatura ideale alle loro esigenze. Questa loro presenza ha reso così amata l’isola di Lampione da chi si può immergere in totale sicurezza e godere della loro compagnia, rispettando un codice di condotta, imposto, che deve contribuire a non spaventarli per evitare che si allontanino.
Pertanto gruppi di immersione, composti al massimo da 15 persone, che non devono assolutamente disturbare, fotografare con flash, spaventare o dare cibo a questi ospiti meravigliosi. Poche regole, sane e di buon senso che garantiscano la presenza e il ritorno di questi squali. Ospiti che attraggono un selezionato turismo subacqueo, idoneo a mantenere in questo angolo di pace quella bellezza naturale e privilegiata che si respira nel bel mezzo del Canale di Sicilia.