La “fontana dei 18 schicci”, nel centro storico di Francavilla di Sicilia, genio di antica idraulica
Francavilla di Sicilia nel cuore del parco dell’Alcantara, è degna di essere visitata, oltre che per le sue bellezze paesaggistiche, per i suoi monumenti, per la storia che da essi trasuda e per una caratteristica fontana detta “Fontana Vena” , meglio conosciuta, dai suoi abitanti, come fontana dei diciotto “schicci” perché provvista di 18 cannelle da cui si è approvvigionato per secoli tutto il paese e che, in passato, fungeva da abbeveratoio per gli animali e anche da lavatoio pubblico.
La fontana si trova nel centro storico di Francavilla quasi alla fine di Via Gorizia. Ha una forma di semicerchio divisa in tre parti. Nella parte centrale troneggia uno stemma che rappresenta il simbolo della Trinacria e, più sopra ancora, uno scudo di colore rosso, con una croce, sovrastato dalla corona, simbolo del Regno d’Italia.
I quattro pilastri, che creano e reggono la struttura, terminano con 4 pinnacoli. Sotto si aprono nella vasca, i 18 cannelli da cui fuoriesce l’acqua. Chiaramente la struttura, per essere valorizzata e riportata agli antichi splendori, testimonianza delle capacità dei nostri antenati di creare opere idrauliche di grande valore, necessita di restauro.
Curiosità sull’origine del nome Francavilla
Conosciamo l’origine etimologico di franc-ville, cioè città franca, a indicare che la città fosse esonerata dal pagare le tasse. Ma piace ammantare di leggenda il nome assegnato a questa cittadina. Una leggenda, infatti, narra che il Delfino di Francia, Luigi, essendosi innamorato di una fanciulla di Francavilla, la bella Angelina, le cui famiglie, come da copione, erano contrapposte, aveva deciso di rapirla, col favore delle tenebre, dando un segnale convenuto, nel momento propizio per la fuga. Avrebbe acceso tre fuochi per dire che c’erano le condizioni giuste per mettere in atto il rapimento e la fuga. La ragazza doveva stare attenta, non lasciarsi sfuggire quel segnale. Lei lo desiderava ardentemente, era complice di quella macchinazione, poiché ricambiava l’amore del giovane e voleva unirsi a lui.
Angelina per paura di addormentarsi e di non accorgersi del segnale, raccomandava continuamente alla sua ancella Franca di stare attenta, incitandola con “Franca, vigghia!” (Franca veglia), di vegliare perché non sfuggisse loro il segnale del giovane così da essere pronte al momento della fuga.
L’ancella fu fedele ed eseguì perfettamente l’ordine e, al segnale stabilito, avvisò la padrona e comunicò al principe, con una lampada, di aver ricevuto il segnale. I due poterono fuggire e vivere il loro amore. La leggenda narra ancora che il principe francese fu talmente grato alla fedele Franca che fondò la città di Francavilla di Sicilia in suo onore. In dialetto la città viene ancora oggi chiamata “Franca vigghia”!
Potere degli amori contrastati!
Ringraziamo per le foto di questo articolo la presidente della proloco di Francavilla di Sicilia e il fotografo Gian Piero Romano – www.gianpieroromano.com