La Cometa di Neanderthal sulle bianche cime dell’Etna. Scelta dalla NASA come foto del giorno
Le comete tra ciò che “transita sopra le nostre teste” sono di gran lunga gli oggetti più affascinanti del cielo. Questa si ripresenta nel nostro sistema solare dopo circa 50 mila anni ed è anche visibile ad occhio nudo. E’ la cometa C/2022 E2 ZTF, conosciuta come Cometa verde o cometa di Neanderthal; in questi giorni sta transitando nei pressi del polo nord celeste e, a catturarla sull’Etna, in una foto del 23 Gennaio, foto scelta dalla NASA e definita “Pic Of the Day”, è stato l’astrofotografo ragusano Dario Giannobile in un magnifico scatto, in uno scenario surreale.
Una notte freddissima, temperatura a -8 C a 2000 metri di altezza dove il paesaggio bianco, il buio più assoluto e il silenzio totale conferiscono una sensazione di “leggerezza e di forza allo stesso tempo”- come racconta, su facebook, lo stesso autore dell’incantevole scatto. E ancora esalta “la bellezza del cielo con la splendida cometa che sorge dal fianco del vulcano“. “Essa risplende grazie ad una bellissima chioma verde turchese ed è impreziosita da una lunga coda e da una piccola anticoda e da centinaia di stelle che le fanno da sfondo nel cielo”- così conclude Dario Giannobile.
Ieri, primo febbraio alle 18:11 si prevedeva che la cometa passasse nel punto più vicino alla Terra, a circa 42.5 milioni di chilometri dal nostro pianeta. Spazi, distanze infinite, difficili da definire e calcolare, fascino indescrivibile per questo fenomeno che, come ricorda Giannobile, – ” fu Giotto a farcele identificare come stella guida dei magi affrescandole nella cappella degli Scrovegni nel 1303. Sono diversi gli elementi che contribuiscono al fascino di questi oggetti. Sicuramente la rarità con cui le comete appaiono nel cielo, la loro difficoltà ad essere viste ad occhio nudo ma soprattutto la bellezza della coda e della chioma quando riescono ad essere osservate tra le infinite stelle del firmamento».
Da questa notte la cometa ha cominciato ad allontanarsi dal sole e si presenterà alla “nostra” vista fra altri 50 mila anni. Regaliamo questo fenomeno ai posteri!