Il ferro di cavallo, simbolo di portafortuna, tra leggende e superstizioni
Tra i portafortuna più accreditati dalla credenza popolare, il ferro di cavallo ha sicuramente un posto di primaria importanza. L’invenzione del ferro di cavallo viene fatta risalire al medioevo e attribuita ai popoli del nord Europa. Prima di allora, non si conosce niente sull’arte della ferratura, non ci sono immagini, nè tantomeno scritti.
I romani credevano che gli strumenti di ferro tenessero a bada le streghe a tal punto che piantavano chiodi nei muri delle loro case anche per proteggersi da qualsiasi calamità. Ancora oggi noi diciamo “tocco ferro” con lo stesso identico obiettivo di sottrarci alla cattiva sorte.
Sono molte le leggende che hanno trasformato il ferro di cavallo in un talismano. Si è sempre creduto che la forma a U fosse un sicuro simbolo di protezione, che potesse distrarre il malocchio e il maligno, distogliendoli dall’entrare nella casa davanti alla quale fosse appeso questo simbolo. Nella cultura paleocristiana era considerato un amuleto perché la sua forma ricordava la lettera C di Cristo. In Irlanda era usanza che la sposa portasse un vero ferro di cavallo al suo matrimonio come portafortuna. Gli antichi greci lo regalavano alle coppie come augurio di una vita felice.
Le origini di questa credenza popolare, che attribuisce valore di portafortuna a questo oggetto sono da ricercare principalmente nella seguente leggenda. Si narra che Saint Dustan prima di diventare, nel 959, arcivescovo di Canterbury, fosse un rinomato fabbro. Un giorno, mentre stava forgiando, nella sua bottega, ferri di cavallo, gli si presentò il diavolo in persona con la scusa di fargli ferrare il suo cavallo.
Saint Dustan, inchiodò il ferro incandescente non al cavallo ma al diavolo stesso che non poté più muoversi per il forte dolore. Per farsi liberare da quel ferro, il diavolo promise a Saint Dustan che, passando per le case, avrebbe risparmiato, dalle sue diaboliche maledizioni, tutte quelle abitazioni che avessero, come segnale, un ferro di cavallo appeso alla porta.
Nacque così la tradizione di appenderlo alla porta d’ingresso di una casa per allontanare gli spiriti malvagi. Ma c’è di più: si dice che il ferro di cavallo, a forma di U debba essere appeso con le punte in sù perchè possa trarre beneficio di tutta la buona sorte che cade dall’alto. Al contrario avviene, se appeso capovolto. Anche se c’è chi sostiene che, appeso con le punte rivolte in giù, porti fortuna a chi vi passa sotto.
In passato, i marinai, mettevano un ferro di cavallo all’albero della loro nave come amuleto, per proteggersi dalle tempeste. Si narra che anche la “Victory”, nave dell’ammiraglio Nelson, avesse un ferro di cavallo portafortuna inchiodato all’albero maestro. Normalmente lo inchiodavano “rivolto verso l’alto” per catturare tutta la fortuna che cadeva dal cielo. I pescatori, invece, lo mettevano a testa in giù per assicurarsi, dal mare, una buona e abbondante pesca.
In alcune tradizioni si vuole che gli effetti, positivi o meno, riguardino solo il proprietario del ferro di cavallo. Quindi un monito a chi tentasse di rubarlo: non serve! Altre credenze vogliono che il ferro porti più fortuna se lo si trovi per caso, come dire che sia la buona sorte a venire a cercarti.
Ma l’infinita conoscenza sui benefici di un ferro di cavallo non si ferma qui. Bisogna stare attenti anche al numero di buchi presenti in questo infallibile amuleto. Perchè questo sia al massimo del suo ruolo di portafortuna, deve avere sette fori dato che, secondo molte culture, il sette rappresenti un numero magico come i sette mari, i sette continenti, i sette giorni della settimana, i sette colori dell’arcobaleno, ecc.
Per essre più sicuri di accattivarci la buona sorte, mettiamone due alla porta di casa: uno con le punte rivolte in sù e l’altro al contrario. Successo e fortuna non potranno di sicuro mancare.