Il faro di San Vito Lo Capo, insieme a quello del Montorsoli e di Strombolicchio, è tra i fari più belli d’Italia
L’Italia, per la sua conformazione geografica, circondata dal mare e per le sue caratteristiche morfologiche particolari, ha un’enorme quantità di fari eretti lungo le coste, imponenti, luminosi, guardinghi. Un patrimonio storico-artistico da tutelare e visitare per ammirarne l’incredibile bellezza. I fari hanno un fascino indescrivibile e, sebbene molti di essi non svolgano più la funzione per cui sono stati costruiti, restano lì, maestosi, a sfidare le tempeste e i marosi più violenti. Da sempre punti di riferimento per chi naviga, la loro luce indicava la via e rassicurava gli animi.
Tra i più suggestivi “guardiani del mare”, ci sono la Lanterna del Montorsoli a Messina, il faro di Strombolicchio nelle Eolie e il faro di San Vito Lo Capo.
Il Faro di San Vito Lo Capo, eretto fra il 1800 e il 1850, per volontà dei Borboni, per la sua altezza e funzioni è uno dei più importanti fari siciliani. La sua torre si erge fino a 43 metri sul livello del mare e la sua luce si estende per oltre 20 miglia marine. Il luogo in cui si trova è la striscia di terra più a nord del territorio di San Vito Lo Capo. Qui termina il golfo di Cofano e inizia quello di Castellammare del Golfo. Una passeggiata fin sotto la torre del faro, tra la natura quasi incontaminata, è un’esperienza straordinaria che saprà regalarvi emozioni uniche.
La Lanterna del Montorsoli, costruita nel 1537 per volere dell’imperatore Carlo V, sorge sulla penisola di San Ranieri, a Messina. In questo luogo si racconta che in origine vivesse un monaco eremita, un certo Raineri, che, nelle notti di tempesta, accendeva dei fuochi sulla spiaggia per segnalare ai naviganti la presenza della terraferma.
Il faro di Strombolicchio è senza dubbio uno dei luoghi più suggestivi dell’arcipelago eoliano. Fu costruito negli anni 20 su un isolotto di origine vulcanica fatto di pareti a picco sul mare. Il territorio di questo enorme scoglio è così impervio che, per potervi edificare il faro, fu necessario realizzarvi una terrazza, abbassando di circa 10 metri l’altezza dell’isolotto. Per accedervi sono stati scavati nella roccia 200 gradini.