Castelli

Il Castello di Calatubo ad Alcamo, un patrimonio di interesse storico da salvaguardare

Nei pressi di Alcamo ci sono testimonianze di insediamenti storicamente molto importanti: quel che resta del castello di Calatubo, una fortezza antichissima su una rocca che domina il golfo di Castellammare e l’entroterra fino a monte Bonifato, e di una necropoli che, nel corso dei secoli, era stata rivisitata più volte. Percorrendo l’autostrada A29 se ne ravvisano i contorni, un patrimonio di cui pochi magari erano a conoscenza ma che, negli ultimi tempi, votato come uno dei luoghi del cuore, grazie al FAI e grazie all’attenzione riservatagli dall’Associazione “Salviamo il castello di Calatubo”, sta poco alla volta recuperando una dignitosa funzionalità.

Le origini del castello risalgono a prima del 1093, quando il conte Ruggero inserì “Calatubo, con tutte le sue dipendenze”, all’interno della diocesi di Mazara del Vallo fra i castelli del nuovo grande vescovado. Attorno al castello, originariamente, sorgeva il villaggio di Calatubo (Kalata et tub-terra di tufo), che aveva un fiorente commercio di cereali e di pietra da mulino, sia mulini ad acqua che a vento, chiamati “mulini persiani”; queste pietre venivano estratte dalle cave attorno al torrente Finocchio.

Il castello di Calatubo ebbe un importante ruolo strategico nella difesa delle coste da Trapani a Palermo. Infatti esso faceva parte di quella linea difensiva che trasmetteva segnali luminosi in caso di attacco dei nemici saraceni. In particolare, il castello di Calatubo faceva da collante tra Carini, Partinico e Castellammare del Golfo. Nel 1338 fu assegnato a Raimondo Peralta, conte di Caltabellotta.

Quando fu conquistato da Federico II, il villaggio, che sorgeva intorno al castello di Calatubo, fu abbandonato; il castello perse la sua funzione originaria di fortezza militare e divenne un semplice baglio. Quindi fu necessario creare magazzini, stalle e altre strutture funzionali all’avvenuta trasformazione. Alla fine del XIX secolo, dove c’era il secondo cortile, furono realizzati magazzini adatti alla produzione del vino “Calatubo”.

Il castello rimase in buone condizioni fino al 1968, anno del terremoto del Belice. E quando una struttura è devastata da fatti così catastrofici, l’abbandono e il successivo uso arbitrario come ovile, fanno il resto. Scavi non autorizzati hanno depredato la necropoli dei suoi reperti del VII secolo a.C. A dare il colpo di grazia a quel che rimaneva del Castello, seguì un incendio che, nel luglio del 2013, oltre ad annerirne le pareti interne ed esterne ha arrecato ulteriori danni alla struttura.

Il recupero

Ed ecco che subentra la necessità e l’orgoglio del recupero: nel 2007 il Comune di Alcamo ha acquistato il castello per 60 mila euro dalla famiglia Papè di Valdina. Segnalato più volte nell’ambito dell’iniziativa “I Luoghi del Cuore”, promossa dal Fondo Ambiente Italiano (FAI), posizionandosi tra i vincitori dei fondi da parte del FAI, è stato possibile cominciarne il recupero e creare un primo percorso, per mano di alcuni volontari dell’associazione “Salviamo il Castello di Calatubo”, che ha registrato una grande affluenza di visitatori.

Ancora aperto per una iniziativa culturale, l’11 e il 12 giugno 2016, sempre grazie all’associazione “Salviamo il Castello di Calatubo”. In questa occasione sono state raccontate le antiche storie del castello da una cantastorie di musica popolare siciliana, Sara Cappello che ha recitato “U cunto di lu castellu di Calatubo”.

Nel marzo 2017, è stato stipulato un accordo tra il comune di Alcamo e l’associazione al fine di salvaguardare e tutelare sia il castello di Calatubo, che la rocca sulla quale si erge a guardia del paese, ma anche le sue grotte, la zona archeologica circostante e la vicina Cuba delle Rose, una cisterna araba costruita circa mille anni fa. La Cuba, che in arabo significa cupola, ha resistito alle intemperie e ancora oggi raccoglie le acque di una sorgente. In passato era l’unica fonte di approvvigionamento idrico per gli abitanti del distretto medievale di Calatubo.

Il 7 Febbraio scorso è stato inaugurato l’impianto di illuminazione e finalmente il Castello di Calatubo si vedrà nella notte e illuminerà la vallata sottostante. Nel fine settimana appena trascorso, all’interno del programma “Le vie dei tesori”, è stato possibile visitare il Castello e si sa che tanti alcamesi non si erano mai spinti fin lassù.

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