Alla scoperta di Mazara del Vallo, la città del mare, del barocco, del cous cous e della multiculturalità
Sulla foce del fiume Màzaro sorge Mazara del Vallo uno dei porti pescherecci più importanti e pittoreschi d’Italia. Un territorio meraviglioso, bagnato da un mare cristallino e ricco di oasi naturali ad appena 200 km dalle coste della Tunisia.
Una città che affonda le sue radici nella storia, dal carattere popolare e multiculturale, dove gli edifici tardo barocchi, di tufo dorato, si mescolano alle viuzze d’impianto arabeggiante del centro storico. Da qui, nell’827 d.C. gli arabi iniziarono la dominazione dell’isola fino al 1072, quando, conquistata dai Normanni, la città venne eretta a sede vescovile e fortificata. Risalgono a quest’epoca la maggior parte degli edifici che ancora oggi la caratterizzano, anche se l’attuale aspetto della città è frutto di una serie di interventi dal gusto tardo barocco che tuttavia ben sono riusciti a conservare l’originario assetto arabo della città.
Edificata nel 1093, dopo la cacciata degli arabi, la basilica cattedrale, dedicata al Santissimo Salvatore, è il principale edificio di culto della città. L’interno a tre navate è ornato con stucchi bianco e oro, in stile barocco, frutto della riedificazione della stessa, avvenuta intorno al 1690. Fulcro centrale su cui ruota il centro storico di Mazara del Vallo è piazza della Repubblica, anche lei di chiara impronta barocca, chiusa sui quattro lati dalla cattedrale, dal palazzo vescovile, dall’edificio a portici del seminario dei Chierici e dal palazzo comunale.
Su piazza del Plebiscito, accanto a piazza della Repubblica, svettano le cupole rosse arabeggianti delle ex chiese del Carmine di S. Egidio. Proprio in quest’ultima, dal 2003, è ospitato il museo del Satiro, la splendida statua bronzea, alta 2,5 metri, rimasta impigliata tra le reti di un peschereccio mazarese, nel 1997, durante una battuta di pesca nelle acque tra l’Africa e l’isola di Pantelleria.
Proprio alle spalle di piazza della Repubblica, tra vicoli e cortili decorati con ceramiche dai colori vivaci e stradine lastricate a ciottoli, si estende l’antica Kasba, testimonianza del lontano passaggio degli arabi in città e ancora oggi cuore della comunità tunisina di Mazara del Vallo. Un luogo magico, sospeso nel tempo, da assaporare al tramonto, quando il canto del muezzin accompagna il sole che infiammando il cielo si immerge nel mare colorando gli edifici coi colori del tramonto.
A poca distanza dalla città si trova la Riserva Naturale Lago Preola e Gorghi Tondi, una tra le zone umide naturali più importanti della Sicilia, un luogo unico in cui è possibile passeggiare tra sentieri immersi nel verde della macchia mediterranea, a poca distanza dal mare. Un singolare ambiente costituito da cinque laghetti di origine carsica: il Pantano (Margi) Murana, il lago Preola e i tre Gorghi Tondi (Alto, Medio e Basso). Qui in primavera, il periodo migliore per farvi visita, tra alberi di olivastro, lentisco, carrubo e corbezzolo, fioriscono le orchidee selvatiche, gli anemoni e gli asfodeli. Un ambiente naturale rigoglioso e a tratti selvaggio popolato da oltre 300 specie di uccelli tra cui l’airone rosso, la poiana, la nitticora, Ia garzetta, la cicogna bianca, la cicogna nera.
Non si può pensare di conoscere e scoprire Mazara del Vallo senza sedersi a tavola. Uno dei piatti più conosciuti e più apprezzati del luogo, con una chiara influenza araba è il cous cous di pesce. Un piatto diffuso nel nord Africa importato dagli arabi e rivisitato dai pescatori mazzaresi adattandolo al pesce. Il cous cous è considerato per eccellenza il piatto dell’integrazione. Proprio l’atto di incocciare la semola, infatti, rappresenta la metafora dell’unione dei popoli. Un piatto antichissimo che testimonia al meglio la convivialità, l’unione, la festa, la famiglia e la storia di questa città dove da più di 1200 anni culture e religioni diverse convivono in perfetta armonia ed integrazione.