Alla National Gallery of Art di Washington, una tela del 1824 mostra ai visitatori il castello di Erice
di Sergio Pace
Gli straordinari scorci paesaggistici di Erice sono stati riprodotti nel corso del tempo in numerosi quadri e opere d’arte. Quello di Erice è un vero e proprio set fotografico naturale, oggetto dei desideri pittorici di tanti artisti. Non tutti sanno, però, che anche in America è possibile ammirare con i propri occhi una particolare vista del monte e del castello di Venere.
E’ infatti custodita al National Gallery of Art di Washington DC la “Vista del Castello di San Giuliano, vicino Trapani (Sicilia)”. Si tratta di un olio su tela (dimensioni complessive 22,9 x 29,9 cm) realizzato dalla paesaggista francese Louise-Joséphine Sarazin de Belmont (1824-1826). Il quadretto, proveniente dalla Galerie Antoine Laurentin di Parigi, venne acquistato nel maggio 1996 da Frank Anderson Trapp (1922-2005), direttore per 20 anni del MEAD ART MUSEUM all’Amherst College, e donata dallo stesso alla National Gallery of Art di Washington.
Louise-Joséphine Sarazin de Belmont (1790-1870) è stata una paesaggista francese. Nata a Versailles nel 1790, studiò pittura con Pierre-Henri de Valenciennes, professore all’Ecole des Beaux-Arts. Il suo era un talento naturale e riuscì ad entrare con merito nel mercato dell’arte francese. Sarazin de Belmont presentò i suoi primi dipinti al Salon de Paris nel 1812. Non aveva mecenati e faceva affidamento sulle vendite all’asta per finanziare il suo stile di vita di artista itinerante. Infatti, il suo spirito indipendente e quella sua natura audace le consentirono di viaggiare con molta frequenza, dall’Italia ai Pirenei, ammirando e studiando i panorami romantici dei maestri che l’avevano preceduta.
Divenne la prima artista donna ad avere le sue opere vendute in un’asta personale. Tra il 1824 e il 1826 (periodo in cui dipinse “Vista del Castello di San Giuliano, vicino Trapani”) viaggiò in Italia (Roma, Napoli e Sicilia). Dopo una parentesi piuttosto lunga tra i Pirenei, in Bretagna e a Nantes, Sarazin de Belmont visse in Italia dal 1841 al 1865. Qui ebbe modo di continuare a dipingere i paesaggi intorno a Roma e le vedute di Firenze, Napoli e Orvieto. Molte delle opere dell’artista francese raffigurano scene storiche ed altre sono incentrate su temi pastorali. Il talento di De Belmont è presente nelle collezioni di diversi musei.
L’OPERA
Nel quadretto è raffigurato il Castello di Erice (in quel tempo di San Giuliano) ed in primo piano sono rappresentati un pastore con quattro capre. Il punto di osservazione comprende l’area in cui, una cinquantina di anni dopo, sorgerà la Torretta Pepoli del Conte Agostino Pepoli, edificata tra il 1872 ed il 1870, posto proprio al di sotto del Castello di Venere e delle Torri medievali.
Il quadro, di stile romantico, lascia trasparire quella spiritualità tipica di inizio Ottocento, in cui si afferma il genere del paesaggio. Si fa strada il culto della fantasia e della natura che si fa espressione del divino in terra. La natura è in grado, con la sua bellezza, di infondere nell’uomo sentimenti diversi tra loro, spesso in contrasto, come il terrore e la serenità. De Belmont ha adottato un approccio più emotivo che artistico, rappresentando un’ambientazione che tocca la nostra emotività e facendo emergere valori soggettivi e sentimentali. E con l’universo di colori presenti in natura è la stessa artista che ci comunica il suo trasporto emotivo di fronte al paesaggio che la circonda. L’uomo è immerso nella natura e il paesaggio viene intensamente vissuto dalla pittrice.