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La Sicilia è l’isola più bella del mondo! Potrebbe vivere di turismo e agricoltura. Ma non ci prova

Una riflessione a voce alta a proposito delle sempre più frequenti scoperte archeologiche nel nostro Paese, nella nostra Sicilia. Una delle ultime l’anfora, risalente al V/VI secolo avanti Cristo e portata alla luce qualche anno fa, contenente lo scheletro di un bambino. Ritrovamento che va ad aggiungersi a quel grande patrimonio archeologico che fa della Sicilia il museo, a cielo aperto, più grande al mondo. Non credo di aver peccato di presunzione. Una riflessione che mi porta ad allargare lo sguardo su tutte le nostre risorse e potenzialità non messe a fuoco e sfruttate in maniera intelligente e proficua.

Abbiamo il mare ancora molto pescoso; abbiamo delle coste bellissime che il moto ondoso trasforma col suo incessante andare e venire; abbiamo il sole che, durante tutto l’arco dell’anno, scalda non solo l’anima ma permette un’agricoltura come madre natura vuole ed è fonte di energia pulita come pure il vento; abbiamo l’entroterra che ci dà, nelle sue verdi e assolate colline, vigneti, uliveti ed alberi da frutto che, altro che “Conca d’oro”, è miniera d’oro; abbiamo le saline, abbiamo l’Etna! Cosa ho dimenticato? L’artigianato, la creatività, la solarità, la passione, l’estro, l’intelligenza, la caparbietà!

Selinunte – Foto di Herbert Bieser da Pixabay

Abbiamo avuto popoli e popoli che ci hanno conquistato e dominato ma anche regalato tanto di loro! E tra tutti, i prodotti, la cucina, i dolci e la lingua. Un minestrone di tutto, una macedonia di tanto, un’armonia perfetta. Cosa ci manca? L’industria? Solo quella che trasforma i prodotti del territorio? C’é! Bisogna valorizzare queste risorse, valorizzare le nostre maestranze, far lavorare i nostri ragazzi nel territorio secondo le loro competenze. E avremo la pesca, l’agricoltura, e il turismo. E un territorio sicuro.

Ma il territorio, come la nostra casa, ha bisogno di continua manutenzione e di amore per continuare a viverci in sicurezza. Non abbondoniamo la nostra casa perché si è screpolata una parete. No, la sistemiamo, anzi la proteggiamo prima che si screpoli. Abbiamo una situazione geologica che pone la Sicilia in una piattaforma che “si sposta” e, detto in maniera profana, dà origini a terremoti! E allora crolli di case e monumenti. E morti purtroppo. Il ritrovamento dell’anfora, da cui è partita la mia riflessione è avvenuto purtroppo a causa delle piogge che hanno fatto franare il terreno. Abbiamo una regione che trasuda di storia emersa e sommersa. E il sommerso emerge per caso, un “per-caso”, anche questo, che è un problema. Il terreno che frana.

Abbiamo i ragazzi che vanno all’estero. Bravi geologi che fanno concorsi in Australia e vi restano, archeologi che fanno pizze, scienziati che emigrano, e quando la terra frana o la terra trema corriamo ai ripari, dopo aver assistito a distruzioni e talvolta a morte. Evitiamo la fuga dei nostri giovani, usiamo le nostre meravigliose risorse, le competenze dei nostri ragazzi. Diamo lavoro e mettiamo in sicurezza il paese. Risparmieremo ed eviteremo lutti. Facciamo prevenzione valorizzando e dando dignità a chi ha creduto e crede in questa bella terra! La nostra Sicilia!

Un Commento

  1. Un articolo che mi sembra la scoperta dell’acqua calda. Abbiamo, facciamo, etc
    Ma se i giovani vanno via e se restano non fanno figli, a chi di rivolgere questo articolo? Ad una classe imprenditoriale inesistente? Ad una classe politica a dir poco inefficiente?

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