Lucenti cristalli e bianche gallerie: alla scoperta della miniera di Salgemma di Petralia Soprana
2000 anni fa valeva più dell’oro, parliamo della fantastica “polvere bianca” che ancora oggi viene estratta da questa miniera di salgemma. Ci troviamo a Petralia Soprana, in Frazione Raffo, a Palermo, in Sicilia, dove si trova uno dei giacimenti di sale più ricchi d’Europa, un tesoro fatto di sale bianco candidissimo, prezioso e puro con, sulle pareti delle loro gallerie, i segni che la fresa ha lasciato e lascia nella sua fase di estrazione, quando lavora per staccare il prezioso minerale dal giacimento e portarlo in esterno per essere utilizzato.
Le caratteristiche forme circolari di questi segni, dovute al movimento di avvitamento elicoidale, prodotto dalla fresa, creano e lasciano dei ricami sulle pareti delle gallerie, con un effetto visivo di leggerezza ed eleganza che fa dimenticare, per un attimo, il duro lavoro in una miniera estrattiva.
E’ un grandissimo deposito di sale, originatosi nel Messiniano quando, in seguito alla chiusura dello stretto di Gibilterra, il Mediterraneo, non ricevendo più alimentazione, si chiuse e si prosciugò per effetto dell’evaporazione. Durante tale fenomeno il sale andò a depositarsi e a concentrarsi nelle sacche di acqua più profonde. La completa evaporazione dell’acqua portò così alla formazione dell’halite, o pietra di sale, il cristallo di cloruro di sodio.
In Sicilia esistono attualmente tre miniere di salgemma: Realmonte e Racalmuto in provincia di Agrigento e Petralia, in provincia di Palermo. Quest’ultima è uno dei giacimenti di sale più ricchi d’Europa.
Un Museo di arte contemporanea ospitato nelle gallerie di una Miniera di Salgemma attiva
Il Museo di Arte contemporanea Sottosale (MACSS) si trova all’interno di alcune gallerie dismesse del sito estrattivo della miniera di Salgemma Italkali di Raffo, appunto la frazione di Petralia Soprana in provincia di Palermo. Accanto alle sculture di Salgemma, da gennaio 2020 è possibile ammirare anche alcuni reperti di archeologia industriale esposti nelle gallerie dismesse.
Il sale, un bene prezioso come l’oro
Un tempo quella polvere bianca era come l’oro, era moneta di scambio. I soldati romani infatti venivano pagati con il sale, da qui il termine “salario” che deriva proprio da sale. Anche quel fiume che attraversa la Sicilia nel suo cuore più profondo porta un nome che parla del territorio che attraversa: fiume Salso, salato. Una volta si poteva scendere a dorso di mulo verso il mare con i sacchi carichi di zolfo e ritornare a casa con il sale.
Oppure ci si poteva arrampicare sulle montagne, seguire controcorrente il corso del fiume e approvvigionarsi di sale in cima. Possedere un mezzo di trasporto, in quel caso lo “scecco”, faceva la differenza fra un povero e un benestante. Oggi non ci sono più “scecchi” ma ruspe, autoarticolati, giganteschi vagoni.
Un grazie speciale al nostro amico Giovanni Caruso che ci ha messo a disposizione le foto della miniera.