Lo storico e particolare bar Turrisi di Castelmola: un elogio siciliano alla virilità
In provincia di Messina c’è un delizioso borgo medievale che incanta per la sua posizione. Arroccato sulla montagna offre una vista privilegiata su Taormina, giungendo ai Giardini Naxos, Letojanni e ancora fino alle coste calabresi, sullo Ionio. E’ Castelmola, un luogo dove la storia e la natura s’intrecciano con l’arte e la cultura.
Ma non bastasse tale bellezza, Castelmola ha qualcosa di particolare, la cui fama è giunta all’estero ed è diventato trampolino per un turismo che definire stravagante non qualifica la particolarità dell’attrazione di cui vogliamo raccontare.
Andando indietro nel tempo, arriviamo alla fine della seconda guerra mondiale, quando, tornati a casa, i reduci si trovarono a fare i conti con la desolazione, la miseria e l’abbandono, più profondi e più devastanti nei paesi, ancor di più in quelli del sud.
Uno dei tanti sopravvissuti a tale periodo nefasto, Salvatore Turrisi, di Castelmola, di famiglia semplice, tornato a casa, avrebbe dovuto ricominciare a lavorare in campagna. Ma lui non aveva in mente quella vita di sacrifici senza speranza; aveva altri sogni Turrisi. La sua casetta, umile e semplice era tutto ciò che aveva. Allora trasformò quella casetta, in pieno centro, in una bottega e cominciò a vendere tutto ciò che poteva, dalle mandorle ai pupi siciliani, dalle gazzose al vino; qualsiasi merce, in mezzo a tante difficoltà, osteggiato dagli stessi paesani che non apprezzarono subito la sua iniziativa.
Lungimirante e intraprendente, Salvatore Turrisi riuscì ad avere più collaborazione dagli amici della vicina Taormina; da loro ebbe persino un libro dove i clienti potevano scrivere e “lasciare” i loro pensieri, le loro impressioni, una sorta di recensioni ante litteram. Si rivelò subito capace uomo d’affari. Abile nella produzione del vino, cercò di creare una specialità tutta sua inserendo nel vino gli aromi della sua terra come mandorle, erbe aromatiche ed essenze di agrumi creando così il suo marchio di riconoscimento: Il vino alle mandorle.
E fu tale il successo di questo vino che chiamò la sua bottega “Taverna del mandorlo fiorito”. Piano piano la sua bottega chiamò turisti che, dalla vicina Taormina, facevano tappa a Castelmola per godere di questo dolce elisir, condito dalla particolare ospitalità del padrone di casa che intratteneva e coccolava i clienti.
Nel frattempo a Taormina era cominciato a svilupparsi un certo turismo. La bella cittadina era frequentata (si dice) da molte coppie omosessuali, cosa che non piaceva molto all’indole donnaiola del Turrisi.
E qui avvenne la svolta. Turrisi cominciò a riempire il suo locale di oggetti, di arredi, di tutto quanto fosse visibile e tangibile, dalla forma inequivocabile. Ogni oggetto doveva, a suo parere, inneggiare alla virilità.
La Taverna del Mandorlo Fiorito fu subito uno scandalo. Seguirono tantissime denunce che si protrassero fino agli anni ’70. Il bar restò comunque aperto e pian piano diventò una vera e propria attrazione turistica per Castelmola. Dopo Salvatore, il figlio Giuseppe fece di quella ostentazione provocatoria un vero e proprio strumento di marketing.
A Castelmola, il Bar Turrisi, come si chiama oggi, è un luogo di attrazione per i turisti che vengono a Taormina. Tutta l’economia del paese ne ha beneficiato. Non c’è negozio in paese che non venda gadget, souvenir, cartoline che simboleggiano la riproduzione. Il nipote di Salvatore, Massimo Turrisi, terza generazione, ha creato nel bar un angolo di intrattenimento dove si presenta, in un contesto storico-culturale, la storia di Taormina e della Sicilia.
Non solo falli, quindi, ma anche arte, cultura e tradizioni della nostra isola, come per esempio le chiavi dei carretti siciliani, appese alle pareti. E poi quel libro, con le annotazioni dei primi avventori dell’allora taverna, che è un concentrato di storia e di costumi che attraversano tre generazioni.
Il Bar Turrisi di Castelmola è stato inserito al secondo posto di una top ten dei locali più strani al mondo. E’ uno dei luoghi dove è possibile ritrovare i sapori, gli aromi e gli odori tipici della Sicilia in compagnia di tante sculture che inneggiano alla virilità, che possono regalare un sorriso, che oggi non scandalizzano più e che hanno perso quel primordiale segnale di distinguo.
E’ un inno all’amore, con l’ironia e la giusta leggerezza, senza mai scadere nella volgarità né voler significare pregiudizi ed emarginazione.
Un grazie ai nostri amici Dario e Giacomo di “Gira con noi Sicilia” che ci hanno permesso di fare questo articolo mettendoci a disposizione le foto da loro scattate nei luoghi del racconto.
Ottimo caffè 😊
A parte gli scherzi, devo dire che ci si rilassa tra un caffè, il panorama e l’allegria che il bar Turrisi ti sa dare. Tutta la mia famiglia si è divertita, attenzione, un sano divertimento 😁
Torneremo 😉