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Origine e storia dell’albero di Natale: tra leggende e tradizioni, tra simboli cristiani e consumismo

Come ogni anno, con l’approssimarsi delle festività natalizie, è consuetudine addobbare l’albero di Natale che illuminerà le nostre case fino al 6 di Gennaio. Ultimamente si prepara anche prima dell’Immacolata perché pubblicità, consumismo e corsa a chi arriva primo hanno trasformato questo simbolo in una gara e in acrobazie di creatività, inventiva e presunta originalità perdendone il significato primario.

Tra storia e religione

Il culto di addobbare gli alberi, in particolare gli abeti, nasce tra la popolazione nordica. L’usanza era legata alle festività del solstizio d’inverno. In quella occasione si festeggiava la rinascita del sole poiché le giornate cominciavano ad allungarsi intravedendo il ritorno della primavera. La scelta degli abeti è stata attribuita al fatto che, rimanendo sempre verdi anche nei periodi più freddi, gli alberi infondevano un senso di speranza. Si usava anche, presso i Celti ed i Vichinghi, appendere dei rami di abete all’interno delle case e decorarli con frutti per augurarsi una benevola e prospera primavera.

Albero di Natale – Albero di natale – Foto di Алексей Смирнов da Pixabay

Nella Bibbia l’albero è presente con diversi significati. Troviamo Adamo ed Eva che cedono al peccato davanti all’albero del giardino dell’Eden e vengono perdonati di fronte all’Albero della Vita grazie alla nascita di Cristo. Solo dopo il congresso di Vienna si diffuse sempre di più in ambiente cattolico l’uso dell’albero di Natale considerato fino ad allora prettamente protestante. Lo dobbiamo a papa Giovanni Paolo II se ogni anno viene eretto in piazza San Pietro a Roma un albero natalizio gigante.

Albero di Natale a Piazza Venezia, Roma – Foto di Andrea Toxiri da Pixabay

Leggenda

La scelta di addobbare l’albero con palline colorate e luci tra il sacro e il profano proviene da una leggenda. Si racconta che, a Betlemme, ci fosse un artista talmente povero che non aveva nulla da donare a Gesù Bambino e quindi quando si recò a visitare il neonato si improvvisò giocoliere, facendo volteggiare nell’aria le palline, per portare gioia al bambinello. Da qui, una delle tradizioni di agganciare le palline colorate all’albero, come simbolo delle gioia di Gesù Bambino.

In Italia e nel mondo

In Italia il primo albero fu fatto addobbare da Margherita di Savoia, a metà dell’Ottocento, al Quirinale. L’abitudine di addobbare l’abete a Natale si è diffusa dal secondo dopoguerra in tutta Europa e nel nord America ed è diventato sempre più a carattere consumistico, perdendo il significato originario di simbolo di rinascita e prosperità.

Nel tempo tutte le festività natalizie hanno perso la loro verità e le loro tradizioni per diventare sempre più momenti di consumismo sfrenato, sia negli addobbi che nei banchetti veri e propri, appannaggio non certo di tutti. Per fortuna si è sviluppata una coscienza ambientale e l’abete naturale è stato sostituito da abeti artificiali dando spazio ad addobbi dalle semplici palline colorate, alle luci a led, a decori importanti con vetro soffiato per finire con le manie di grandezza con swarovski e gioielli al fine di rincorrere inutili guinness dei primati.

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