Tradizioni

Altro che Halloween, per la festa dei morti, dolcetto senza scherzetto

Distratti dalla frenesia della vita quotidiana, dalla televisione e dalla presenza martellante della pubblicità, spesso dimentichiamo l’origine di tradizioni che si perdono nella notte dei tempi, per fare spazio a usanze che più che alla nostra cultura sono legate a doppio filo con il consumismo.

Una di queste tradizioni è quella della festa di morti. In Sicilia, prima ancora che il benessere portasse nelle case qualche spicciolo in più, la ricorrenza dei morti era la festa più grande che ci fosse per i regali! Sull’isola non erano ancora arrivati gli americani e nessuno ancora aveva mai sentito parlare di babbo Natale. A portare i regali ai bambini siciliani, la notte del 2 novembre, erano i defunti più cari, una tradizione che oggi rischia di scomparire ed essere sostituita da Halloween, un’altra festa del consumismo proveniente anch’essa dagli Stati Uniti.

Frutta Martorana – Foto di Emigiorg – Licenza CC BY-SA 3.0 – Wikimedia Commons

Antonino Buttitta, famoso antropologo e storico delle tradizioni siciliane ci ricorda che: “Contrariamente a quanto si usa nel resto d’Italia, in Sicilia e in qualche altro luogo del Meridione vige l’uso di fare i doni ai bambini il 2 novembre, giorno tradizionalmente consacrato alla celebrazione dei defunti. I doni li portavano i morti per questo si lasciavano le porte aperte la notte fra l’uno e il due novembre”.

Erano doni poveri, semplici cestini, con poche cose, ma in bella vista: le noci di sicuro, quattro castagne, alcuni mandarini, e per chi poteva permetterselo, frutta martorana colorata e in primo piano, vestita a festa una pupa di zucchero in piedi, una statuetta cava fatta di zucchero, indurito e dipinto, che rievoca i personaggi tipici del teatro dei pupi siciliani.

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